Strage Bologna: Bellini 'delitto infame, non c'entro'

Emilia Romagna

'Sono entrato in Avanguardia come infiltrato per l'Msi'

"Nonostante mi abbiate accusato di questo delitto infame, che è la strage di Bologna, io rimango un collaboratore di giustizia, non ho interesse ad andare contro di voi. Voi siete convinti di una cosa, io di un'altra". Lo ha detto l'ex di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, durante il suo interrogatorio nell'ambito del nuovo processo sulla strage del 2 agosto 1980, che lo vede imputato per concorso nell'attentato.
    Sotto accusa sono anche l'ex capitano dei carabinieri, Piergiorgio Segatel, per depistaggio e l'ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, Domenico Catracchia, che risponde di false informazioni ai pm. L'ex di Avanguardia Nazionale, sottoposto per due volte al regime di protezione testimoni, è in detenzione domiciliare con fine pena "nel 2032 o 2033, se ci arrivo", ha sottolineato.
    Bellini, che ancora una volta ha ribadito la sua innocenza riferita all'attentato, ha cominciato il suo esame rispondendo alle domande del Pg Nicola Proto e spiegando i suoi primi anni di attività criminale, vale a dire la prima metà degli anni '70.
    L'imputato ha confermato la sua attività all'interno di Avanguardia Nazionale, sostenendo come già fatto in passato di esservi entrato per infiltrarsi su richiesta del padre Aldo, del senatore dell'Msi Franco Mariani e di Giorgio Almirante.
    "Premetto che ero infiltrato per conto del senatore Mariani dell'Msi e di Almirante, per cercare di sapere se c'erano persone collegate all'estremismo duro, perché la politica di Almirante si stava incamminando verso una destra diversa. Siamo nel 1971-72", ha sottolineato Bellini. "Lo scopo era informarsi per vedere e capire se c'erano persone facinorose e collegamenti con l'estremismo. Se si fosse arrivato al terrorismo io sarei dovuto arrivare fino a là, siamo nel 1971-72, Mariani e Almirante erano preoccupati per l'estremismo che si stava formando nella destra". (ANSA).
   

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