Dante 700: mostra a Ravenna, 'Le Arti al tempo dell'esilio'

Emilia Romagna
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Dall'8 maggio al 4 luglio nella chiesa di San Romualdo

L'antica chiesa camaldolese di San Romualdo, a Ravenna, dall'8 maggio al 4 luglio accoglierà 'Dante. Gli occhi e la mente. Le Arti al tempo dell'esilio', mostra a cura di Massimo Medica, direttore dei Musei Civici d'Arte Antica di Bologna, realizzata in occasione del settimo centenario della morte del Sommo Poeta. Il percorso espositivo segue le tappe dell'esilio dantesco, attraverso una selezione di opere fondamentali dei più importanti artisti del tempo di Dante, concesse da musei nazionali e internazionali. A documentare il momento fiorentino sono opere di Giotto e Cimabue, proseguendo con Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini. Nel percorso anche capolavori dell'oreficeria e della miniatura.

Nell'affrontare la figura di Dante più volte ci si è interrogati sul ruolo che l'esperienza visiva poté avere nella concezione delle sue opere; molti hanno notato la capacità del poeta di pensare direttamente per immagini, attingendo, soprattutto nella Commedia, a un repertorio che doveva comprendere anche le esperienze figurative. Questo soprattutto se si considera che era nato e vissuto a Firenze, città che dalla metà del XIII secolo aveva avuto una notevole fioritura artistica, culminata con l'esperienza di Cimabue e poi dell'allievo Giotto, di cui Dante dovette conoscere le opere, come attesta il celeberrimo passo del Purgatorio. Non meno determinante la traumatica esperienza dell'esilio che, iniziato nel 1302, portò Dante a peregrinare per varie corti e città dell'Italia centro-settentrionale venendo così ad arricchire il suo "vasto patrimonio di immagini" di cui dovette tenere conto nel momento in cui compose la Commedia, pervasa da continue suggestioni figurative e da riferimenti al mondo visibile.

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