Docenti fanno dad nel cortile del liceo e scrivono a Draghi

Emilia Romagna
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'Presidio' a Bologna: 'benessere psicofisico giovani è sanità'

"Signor presidente del Consiglio, la esortiamo ad aver il coraggio di voltare pagina, a partire da un lucido riesame del paradigma interpretativo che vincola le chiusure e riaperture scolastiche alle 'zone colorate'. Questo paradigma ci ha proposto, e riproporrà inevitabilmente ancora, il contrasto tra diritto alla salute e diritto all'istruzione, inaccettabile in una società democratica". E' un passaggio di una lettera aperta al premier Mario Draghi scritta da venti docenti del liceo 'Leonardo da Vinci' di Casalecchio di Reno (Bologna), che dal 26 marzo hanno dato vita a un "presidio primaverile per una Scuola a scuola": mentre nelle piazze di Italia si protestava, "noi abbiamo deciso di dare vita a una manifestazione pubblica facendo lezione dal cortile della scuola in Dad", spiegano.
    La lettera, pubblicata integralmente sulla pagina Facebook che porta il nome del presidio, è stata condivisa e sottoscritta tra gli altri da don Luigi Ciotti, don Antonio Mazzi, Anna Oliverio Ferraris, Franco Bassanini, Andrea Canevaro, don Matteo Prodi e diversi coordinatori di Libera formazione e del gruppo Abele. Si chiede a Draghi di intraprendere azioni tali da "includere nell'idea della sanità pubblica anche il benessere psico-fisico dei giovani, le loro necessità formative e la loro destinazione civile, che noi ci ostiniamo a ritenere debbano stare al centro dell'attenzione generale e debbano essere coltivate nella Scuola della Repubblica, richiamata finalmente e permanentemente alla sua vita costituzionale 'in presenza'".
    L'obiettivo del gruppo di docenti non è solo tornare in classe in presenza, ma "tenere desta l'attenzione sulla Scuola, perché l'educazione diventi davvero priorità del Governo, nei dettami della Costituzione". (ANSA).
   

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