Ricorso respinto, Patrick Zaki resta in prigione

Emilia Romagna
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Era contro il recente prolungamento della carcerazione

È stato respinto un ricorso presentato contro il più recente prolungamento della custodia cautelare in carcere di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell'università di Bologna in prigione da febbraio con l'accusa di propaganda sovversiva su internet. "Il ricorso è stato respinto", ha detto all'ANSA una sua legale, Hoda Nasrallah, riferendosi al pronunciamento odierno di una corte di assise del Cairo. Il giovane è comparso in aula, ha riferito inoltre la legale. 

"È urgente, importante, che questo mese che manca alla prossima udienza il Governo italiano non lo lasci passare aspettando di arrivare a quella data. Sono 30 giorni in cui è fondamentale fare qualcosa di più, di concreto, nei confronti del Governo egiziano perché scarceri Patrick". Così all'ANSA Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International. "A Patrick - aggiunge Noury - resta dunque ancora almeno un mese da trascorrere in quel carcere durissimo dove è entrato il Covid-19, che è la prigione di Tora, al Cairo. Il ricorso è andato male ma la pressione internazionale cresce - sottolinea -. Ci sono quasi 300 parlamentari europei e statunitensi che hanno scritto al presidente egiziano Al Sisi per chiedergli di liberare tutti i prigionieri di coscienza. È il segnale che ci si sta muovendo".

L'udienza era stata stata segnalata ieri dalla rete degli attivisti che chiede la sua liberazione. Ad essere stata impugnata era la decisione di rinnovo della carcerazione di altri 45 giorni pronunciata il 7 ottobre e che tiene Patrick in una prigione del complesso carcerario di Tora, all'estrema periferia sud del Cairo. Dopo una prima fase di cinque mesi di rinnovi quindicinali ritardati dall'emergenza Covid, per Patrick ora si è in quella dei prolungamenti di 45 giorni. La custodia cautelare in Egitto può durare due anni. Le accuse a suo carico sono basate su dieci post di un account Facebook che i suoi legali considerano fake ma che hanno configurato fra l'altro i reati di diffusione di notizie false, incitamento alla protesta e istigazione alla violenza e ai crimini terroristici, reati che secondo Amnesty gli fanno rischiare fino a 25 anni di carcere.

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