Documentario racconta 50 anni Santarcangelo Festival

Emilia Romagna

'Prima' a Giornate degli Autori a Mostra del Cinema di Venezia

La storia di Santarcangelo Festival, dal 1971, anno della prima edizione, ad oggi.
    Cinquant'anni di teatro e non solo, il racconto della più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea attraverso la voce dei suoi direttori artistici e dei tanti spettacoli che si sono avvicendati nelle diverse edizioni. Tutto questo è '50 - Santarcangelo Festival', nuovo documentario della coppia di autori bolognesi Michele Mellara e Alessandro Rossi, prodotto da Mammut Film in collaborazione con Santarcangelo Festival e Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia e con il sostegno di Regione Emilia-Romagna, del Comune di Santarcangelo e Mibact. Il documentario debutterà in prima assoluta alla 17/a edizione delle Giornate degli Autori, in programma dal 2 al 12 settembre, durante la Mostra del Cinema di Venezia.
    Si potranno vedere i contributi delle diverse direzioni artistiche che si sono succedute nella conduzione del festival, dal teatro politico degli anni '70 con Piero Patino, primo direttore di Santarcangelo, alla svolta radicale impressa da Roberto Bacci con il teatro di gruppo o il Terzo Teatro, dalle edizioni a fine anni '80 legate al teatro indipendente di Antonio Attisani, al teatro d'attore di Leo De Berardinis, fino ad arrivare a Silvio Castiglioni in codirezione con Massimo Marino, e al teatro contemporaneo, il teatro che si trasforma in performance. In questo spazio danno segno della loro esistenza artisti e gruppi di notevole importanza; tra questi Motus, Societas Raffaello Sanzio, Kinkaleri, Teatro delle Albe, Teatro Valdoca, Teatri Uniti e Virgilio Sieni.
    Le voci dei protagonisti d'allora sono tratte da vari repertori d'epoca, tra cui l'archivio della Cineteca di Bologna, Rai Teche, Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia, gli archivi di Santarcangelo Festival, l'archivio di Mario Martone, del Teatro Valdoca, del collettivo Lele Marcojanni e tanti altri. Ne risulta una sorta di collage di immagini e musica, di suoni e parole poetiche, di volti e brevi racconti del quotidiano, che nell'insieme restituiscono quello che il festival ha lasciato nell'immaginario visivo degli ultimi 50 anni.

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