Più di 300 furti nelle isole ecologiche, 7 arresti a Modena

Emilia Romagna

Operazione dei carabinieri, contestate anche due rapine

(ANSA) - MODENA, 19 MAG - Sarebbero gli autori di 323 furti aggravati e due rapine all'interno di isole ecologiche del comune di Modena, gestiti da Hera, i sette cittadini italiani (tra i 26 ed i 47 anni) destinatari venerdì scorso di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Modena, frutto di una complessa indagine coordinata dal pubblico ministero della procura di Modena Giuseppe Amara e condotta dai carabinieri di Modena.
    L'indagine condotta dal giugno del 2019 ha documentato l'attività di un gruppo di persone, residenti in due campi a Modena e Castelnuovo Rangone (sempre nel Modenese). In particolare, gli indagati avrebbero utilizzato quattro autocarri intestati a terzi (non indagati) per accedere alle aree ecologiche e asportare numerose tonnellate di materiale ferroso, centinaia di elettrodomestici e batterie esauste, per poi immettere nuovamente la refurtiva nel mercato legale e dare vita a una vera e propria attività economica parallela.
    Gli stessi soggetti, che riuscivano a effettuare più furti nell'arco della giornata in orari di apertura al pubblico, in molti casi erano arrivati ad assumere atteggiamenti intimidatori nei confronti degli operatori dei centri di raccolta, in due circostanze questi ultimi sarebbero stati oggetto di minacce esplicite e a concretizzare così anche la rapina impropria.
    "Si tratta di un'indagine che forse non balza immediatamente all'attenzione perché l'andare a rubare nelle isole ecologiche può sembrare quasi un fatto irrilevante. Invece a mio parere è proprio il segno di una condotta gravemente lesiva nei confronti della collettività", questo il commento del procuratore capo di Modena Paolo Giovagnoli in merito alla vasta operazione che ha portato all'arresto di sette persone a Modena. "Da un lato - aggiunge il procuratore - queste isole ecologiche sono proprio i centri di raccolta dei materiali non più usati, che però possono ancora essere valorizzati per i componenti in metallo ed elettronici, dall'altro si tratta di materiali pericolosi che devono essere gestiti con attenzione per evitare l'inquinamento, penso alle batterie scariche delle auto". (ANSA).
   

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