Petruzzelli: legale proprietari a Decaro,oggi si tenga confronto

Puglia
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'Non salti per risentimento verso di me, sarebbe pretestuoso'

(ANSA) - BARI, 09 DIC - L'avvocato Ascanio Amenduni, legale dei proprietari del teatro Petruzzelli di Bari, annuncia che "tutelerà nelle sedi competenti" la propria immagine professionale dalle recenti affermazioni "pretestuose" e "sproporzionate" fatte nei suoi confronti dal sindaco Antonio Decaro e poste alla base della decisione del primo cittadino di revocare l'incontro con la famiglia proprietaria. "Tuttavia - scrive l'avvocato in una lettera a Decaro - , poiché non è giusto sacrificare 'sull'altare' di questo conflitto personale gli interessi pubblici e privati delle parti, le confermo la disponibilità dei miei assistiti a partecipare all'incontro da lei fissato, e poi inaspettatamente disdettato".
    Il legale ritiene che dalle sue dichiarazioni alla stampa, definite dal sindaco come "provocazioni", "prove muscolari", "giochi al rialzo", emergesse in realtà "solo l'aspirazione conciliativa, globale e tombale della famiglia proprietaria in una prospettiva conservativa" degli "accordi solenni del 2002".
    Il riferimento è al protocollo d'intesa, dichiarato inefficace dai giudici, che stabiliva che la Fondazione avrebbe dovuto corrispondere ai proprietari un canone quarantennale da 500 mila euro per la gestione del teatro. Con altra sentenza i giudici hanno stabilito la proprietà privata del teatro, condannando i Messeni Nemagna e i loro eredi a restituire allo Stato gli oltre 43 milioni di euro di costi della ricostruzione dopo l'incendio del 1991. Per discutere di questi temi il sindaco aveva convocato i proprietari per oggi alle 17.
    "La invito a scindere il suo personale risentimento nei miei confronti dall'esercizio dei suoi compiti istituzionali", scrive Amenduni a Decaro, aggiungendo che un "sindaco del suo riconosciuto spessore non può far saltare un incontro così delicato" per "una 'indignazione' così priva di fondamento, soprattutto al cospetto di quella di una famiglia reduce da due espropri (l'ultimo 'di fatto') dichiarati illegittimi dagli organi giudiziari. Forse - conclude Amenduni - deve aspettarsene un terzo, in 'incubazione'?". (ANSA).
   

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