Marò: moglie Girone, 'dimostreranno innocenza all'Italia'

Puglia

'Risarcimento non per responsabilità ma per sentenza politica'

(ANSA) - BARI, 10 APR - "Della sentenza del tribunale dell'Aja guardiamo l'elemento essenziale, ovvero la riconoscenza dell'immunità funzionale e quindi della giurisdizione italiana che consentirà ai due fucilieri di poter dimostrare la loro innocenza dinanzi al tribunale italiano". Lo dice all'ANSA Vania Ardito, moglie del fuciliere di Marina Salvatore Girone. "Il compenso dovuto agli indiani - prosegue - non è un risarcimento per responsabilità dei nostri militari, ma è dovuto dalla sentenza 'politica' del tribunale dell'Aja per trovare un giusto compromesso per entrambi le parti. Lo preciso perché nessuna figura istituzionale lo ha mai specificato".
    I fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre sono accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala, mentre erano a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexie per una missione antipirateria. "Italia e India - aggiunge la moglie di Girone - hanno comunemente accettato di adempiere alla sentenza del tribunale dell'Aja di luglio scorso, e quindi si sono presentati congiuntamente dinanzi alla Corte suprema indiana per chiedere di chiudere il caso. Ma ad agosto 2020 la Corte suprema indiana ha detto alle parti che avrebbe voluto prima accertarsi che fosse formalizzato un accordo per appagare le famiglie dei pescatori. Da allora si è cercato di trovare un'intesa che è stata comunicata lo scorso 7 aprile, ma di fatto la Corte ne ha solo preso atto, senza chiudere il caso così come invece si legge sui giornali. In realtà, la stessa ha fissato una prossima udienza in India, il prossimo 19 aprile, e solo quando l'Italia dimostrerà di aver effettuato la transazione della somma concordata la Corte indiana chiuderà la procedura giudiziaria nei confronti di Salvatore e Massimiliano". "Intanto - conclude - continuano la restrizione e la privazione della libertà personale dei due Fucilieri di Marina, come richiesto dalla Corte indiana". (ANSA).
   

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