Decisione Consiglio di Stato in attesa udienza di merito
(ANSA) - TARANTO, 12 MAR - Il Consiglio di Stato-Quarta Sezione, in attesa dell'udienza di merito del 13 maggio prossimo, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata da ArcelorMittal e Ilva in As contro la chiusura dell'area a caldo dello stabilimento siderurgico di Taranto. Sono stati così congelati gli effetti della sentenza del Tar di Lecce che aveva imposto ai ricorrenti di dar seguito all'ordinanza sulle emissioni del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e di procedere entro 60 giorni dalla notifica, cioè entro il 14 aprile, alla fermata degli impianti.
Anche ArcelorMittal Italia in una nota precisa di non avere, in conseguenza della pronuncia del Consiglio di Stato, "l’obbligo di avviare la fermata dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto e degli impianti connessi. L’attività produttiva dello stabilimento - aggiunge l'azienda - può dunque proseguire regolarmente". L’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, emessa il 27 febbraio del 2020, fu sospesa dal Tar il successivo 24 aprile dopo i ricorsi di ArcelorMittal e Ilva in As, chiamate dal giudice amministrativo a consegnare entro il 7 ottobre dello scorso anno ulteriore documentazione. Ma gli elementi forniti non sono stati ritenuti sufficienti dal Tar Puglia a dimostrare che le criticità erano state rimosse. Il provvedimento di Melucci imponeva ad ArcelorMittal e Ilva in amministrazione straordinaria di individuare e risolvere entro 30 giorni le criticità delle emissioni e, in difetto di adempimento, di procedere entro i successivi 30 giorni alla fermata dell'area a caldo (Altiforni, Cokerie, Agglomerazione e Acciaierie, compresi eventuali impianti funzionalmente connessi). Il sindaco parlò di ripetuti fenomeni emissivi con rischi per la salute della popolazione, partendo dalla denuncia dei sindacati in merito allo sforamento di valori registrato in quattro giorni di agosto del 2019 (5, 17, 18 e 19) per le emissioni in atmosfera dal camino E312. ArcelorMittal ha sostenuto nel ricorso che le relazioni Ispra confermarono il rispetto delle prescrizioni Aia. (ANSA).
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