Operazione dopo omicidio De Rosa a Trinitapoli
(ANSA) - ROMA, 6 FEB - È stato incastrato dal dna rinvenuto su un cappellino il 51enne di Trinitapoli (Bat) Francesco Casalino, arrestato dai carabinieri su disposizione della Dda di Bari per il duplice tentato omicidio con l'aggravante mafiosa dei pregiudicati Michele Buonarota e Michele Straniere, avvenuto il 10 maggio 2014 a Trinitapoli. All'esito di lunghe e complesse indagini, i carabinieri, coordinati dai pm Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio, sono riusciti a dare così un nome a uno dei due sicari che quel giorno esplosero decine di colpi da un fucile calibro 12 a pallettoni contro l'auto in corsa delle vittime, rincorse anche a piedi nelle campagne circostanti. È lì che i Carabinieri trovarono il cappellino poi ricondotto a Casalino. L'agguato si inserisce nel conflitto tra i due clan Carbone-Gallone e De Rosa-Miccoli per il controllo delle attività illecite a Trinitapoli. Negli ultimi 16 anni, dal 2003 ad oggi, sono nove le sparatorie tra affiliati ai due gruppi criminali costate la vita a 4 persone e il ferimento di altre nove, sei delle quali ad oggi irrisolte. "In quel territorio la condizione di assoggettamento e omertà è pressoché totale" ha spiegato il procuratore aggiunto Francesco Giannella. "In questa come in altre indagini, anche per estorsioni, non ci sono testimoni né collaboratori di giustizia" dicono gli investigatori. Agli atti dell'inchiesta ci sono anche numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. In una di queste, decisiva per confermare la responsabilità di Casalino, l'indagato nel dicembre 2017, parlando con la moglie, ammetteva il delitto dicendo "tanto lo sanno che sono stato io".(ANSA).