Salario minimo: Savt, da solo non è sufficiente

Valle D'Aosta

"Via maestra è dare nuova dignità a contrattazione collettiva"

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"La sola introduzione del salario minimo non sarebbe sufficiente per ridurre la preoccupante differenza con i salari delle altre nazioni. Per assurdo si potrebbe addirittura correre il rischio di andare a penalizzare tutti quei lavoratori per i quali i contratti collettivi prevedono già oggi retribuzioni che vanno oltre l'eventuale salario minimo, con la conseguenza che le associazioni datoriali nelle future contrattazioni possano utilizzarlo come alibi per non voler incrementare i minimi tabellari". Lo scrive, in una nota, la segreteria confederale del Savt che ribadisce "la necessità di rivedere il taglio del Cuneo-Fiscale, vale a dire la differenza tra il costo complessivo lordo sostenuto dalle aziende ed il netto della retribuzioni che percepiscono in busta paga i lavoratori".
    Secondo il Savt, "la via maestra che deve essere percorsa è quella di dare nuova dignità alla contrattazione collettiva: in questo senso è fondamentale che venga approvata una norma che disciplini il settore e vada a fare chiarezza sulla rappresentatività e, di conseguenza, su quali contratti possano essere applicati. Non è più immaginabile che in Italia esistano circa 1.000 contratti collettivi, molti dei quali sottoscritti da sindacati di comodo che vanno più a favore delle aziende che dei lavoratori. Considerato che la contrattazione collettiva nazionale ha dimostrato di non riuscire a dare tutte le risposte necessarie per garantire la giusta dignità ai lavoratori, ribadiamo che sia più che mai importante valorizzare la contrattazione territoriale, sia essa di primo o di secondo livello".

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