Asvis, Valle d'Aosta bene per energia pulita e male per povertà

Valle D'Aosta
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A causa della pandemia scesa a 80,9 anni aspettativa di vita

In merito allo sviluppo sostenibile la Valle d'Aosta migliora per quanto riguarda la salute, l'istruzione, l'energia pulita, le infrastrutture e l'innovazione, la produzione e il consumo responsabili. Peggiora invece negli indicatori che riguardano la povertà, la crescita e buona occupazione, la biodiversità terrestre, la giustizia e istituzioni solide). E' quanto rivela il apporto Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) che intende misurare e analizzare il posizionamento di Regioni, Province, Città metropolitane e aree urbane rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030, verificando l'andamento dei diversi territori verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
    Nel dettaglio in Valle d'Aosta diminuiscono le persone che fanno uso abituale di alcol (-8% tra il 2010 e il 2020) e quelle che non fanno attività fisica (-9,6%). Si riduce, a causa della pandemia, la speranza di vita che scende a 80,9 anni nel 2020 e risulta essere la più bassa d'Italia. Inoltre: aumentano i laureati (+12,1%), cala l'uscita precoce dal sistema d'istruzione e formazione (-9,7%). In diminuzione anche le persone che abitualmente leggono libri e giornali (-6,2%) e la partecipazione culturale (-6,5%). Altri dati: aumenta la quota di energia da fonti rinnovabili (+19,8%, il livello più alto in Italia), aumentano le famiglie con connessione a banda larga (+31,9%) e i lavoratori della conoscenza (+7,4%), così come la raccolta differenziata (+24,4%).
    Tra gli andamenti negativi si segnala un aumento della povertà assoluta (+6,6% tra il 2010 e il 2020, di cui 3,3% nell'ultimo anno), l'aumento del part-time involontario (+5,6%) e della mancata partecipazione al lavoro (+3,4%). Si riduce anche il Pil pro-capite (-6,7% tra il 2010 e il 2019) e la quota di investimenti (-30,9% tra il 2010 e il 2018). Inoltre peggiora l'indice di consumo di suolo (+2%), aumentano le frodi informatiche (+1,9 reati per 1.000 abitanti) e diminuisce la partecipazione sociale (-8,9%).

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