Richieste a Regione. "Agire per salvare molte aziende"
Dieci richieste alla Regione per sostenere il settore del commercio in Valle d'Aosta a seguito dell'ultimo Dpcm. A presentarle è la ConfCommercio Valle d'Aosta - che rappresenta oltre 1.500 associati in un comparto di oltre 4.500 aziende con un coinvolgimento di circa 15.000 lavoratori fra soci e dipendenti - per sostenere il settore a iniziare dai pubblici esercizi e arrivare ai negozi di vicinato, alle attività commerciali e agenti di commercio, alle agenzie viaggio e alle attività di servizi e a tutto il comparto del terziario e turismo in generale.
"Agire con solerzia - scrive l'associazione - può voler significare salvare molte aziende dalla chiusura e dal conseguente licenziamento di migliaia di lavoratori". Le misure richieste: costituzione di un fondo speciale di sostegno alle giovani aziende e ai giovani imprenditori prevedendo un contributo variabile dai 3 ai 6 mila euro in base al numero di addetti medi degli ultimi 6 mesi e non in base al fatturato; misure economiche di ristoro immediato per quelle aziende con codice Ateco che in modo inspiegabile è stato escluso dai decreti nazionali; misura specifica a sostegno di nuovi investimenti, acquisto attrezzature e/o ripristino scorte per micro e piccole imprese; procedere in tempi molto rapidi al contributo per il mantenimento livello occupazionale nelle micro e piccole imprese da uno a tre dipendenti; identificazione di una misura di consolidamento del debito, "spalmando" il debito contratto in un arco temporale lungo, di almeno 15/20 anni con un preammortamento di almeno 24 o 36 mesi, che permetta alle imprese che sono oggi in crisi economica di uscire dalle macerie e rialzarsi; misura ad hoc per gli affitti; sospensione o riduzione di tutte le bollette per le varie utenze ed esenzione dalle imposte (Imu, Tari); incentivi per le imprese che hanno un'attività commerciale o che intendono crearne una nei centri storici; modifica della legge regionale 1/2006 snellendo e semplificando il regolamento sui requisiti igienico sanitari delle attività di somministrazione alimenti; riprogrammare il contributo per l'acquisto prodotti locali.