
Anche per Giuseppe Nirta, difesa chiede riti alternativi
Nell'ambito del procedimento penale relativo all'operazione 'Feudora' su un giro di cocaina ed eroina in Valle d'Aosta, il gip di Aosta Giuseppe Colazingari ha disposto il giudizio immediato per una decina di imputati, tra cui Giuseppe Nirta, di 68 anni, nato a San Luca e residente in Valle d'Aosta dagli anni novanta, considerato il vertice della "piramide criminosa", Giuseppe Ficara (che svolgeva un "ruolo primario" e da cui dipendevano gli altri spacciatori) e Laura Ficara. L'operazione era scattata il 26 maggio scorso.
L'avvocato Giuseppe Gallizzi, che assiste i tre, ha già avanzato richiesta di riti alternativi. In una intercettazione del 26 marzo scorso, in pieno lockdown, Nirta aveva detto: "Perché adesso essendoci la cosa, il virus, dobbiamo alzare il prezzo". Il riferimento - avevano ricostruito guardia di finanza e procura di Aosta - era al prezzo dello stupefacente e alla grande richiesta durante le settimane della 'fase uno' dell'emergenza coronavirus. L'inchiesta è stata coordinata dal pm Francesco Pizzato.
Il 27 marzo scorso Nirta era stato arrestato perché sorpreso con quasi un chilo di eroina a bordo di un'auto insieme a Daniele Ferrari, anch'egli finito in manette. Secondo gli inquirenti il giro d'affari era di 70 mila euro al mese: gli stupefacenti - che provenivano perlopiù dalla Calabria - venivano occultati nel quartiere Dora (di qui il nome dell'operazione) da Nirta, pluripregiudicato e già condannato nell'ambito dell'operazione Gerbera su un narcotraffico dalla Colombia. Diversi beni della sua famiglia - due appartamenti a Quart, con garage e terreni - sono entrati in possesso nel 2017 dell'agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
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