2 ore sciopero, volantinaggio e fumogeni in strada
In attesa di una seconda convocazione al tavolo ministeriale, sindacati e lavoratori (270 tra diretti e indiretti) della Caterpillar di Jesi (Ancona), che l'azienda ha annunciato di voler chiudere, hanno deciso di alzare il livello della mobilitazione con varie iniziative di protesta, a cominciare dal blocco delle sole merci in uscita. Da lunedì 24 gennaio, i cilindri oleodinamici prodotti a Jesi non 'partono' più dallo stabilimento, mentre all'interno si continua a lavorare. Già quattro i camion rimandati indietro in virtù del "divieto di carico" scritto con lo spray rosso su un cartello ai cancelli. Dal giorno dell'annuncio dell'imminente chiusura, e con l'inizio della protesta, la produzione è comunque crollata dai 700-800 pezzi giornalieri a circa 80.
Alle 12 di oggi, il presidio permanente degli operai che scioperano ogni giorno a turno, si è spostato dai cancelli del sito produttivo in strada, ed ha marciato fino alla rotatoria di Via Ancona, davanti l'istituto scolastico Galilei, uno dei punti più trafficati della città marchigiana. Con bandiere, fumogeni, canti e volantini, i lavoratori hanno raccontato agli automobilisti di passaggio le ragioni della mobilitazione, accompagnando la mobilitazione con gli slogan "chi non salta americano è", e "senza tregua con la lotta il lavoro non si tocca".
"Nonostante la disponibilità di acquisizione da parte di alcune aziende, - si legge nel volantino del comitato "Caterpillar #senza tregua" - la disponibilità del Mise e del ministero del lavoro di prendersi in carico eventuali trattative, Caterpillar ha ribadito che in data 24 febbraio procederà cinicamente ad inviare lettere di licenziamento ai lavoratori. In un mese non si compra una fabbrica!". (ANSA).