Bernardo Camerino assistette a lettura pubblica Bonora de Preci
Anche un notaio di Camerino fu testimone della sentenza di condanna a morte, in contumacia, di Dante Alighieri. Lo ricorda l'amministrazione comunale nel giorno del "Dantedì" che si celebra nei 700 anni dalla morte del Sommo poeta.
"Il 27 gennaio 1302, - ricorda il Comune camerte - sulla base di una legge ad personam che consentiva di sottoporre a nuovo procedimento i priori dei due ultimi anni, già assolti in precedente giudizio, il podestà di Firenze Cante de' Gabrielli da Gubbio emetteva una sentenza di condanna in contumacia nei confronti di Dante e di altri quattro cittadini di parte Bianca".
La sentenza venne letta pubblicamente dal notaio Bonora di Preci, assistito da due testimoni, Masio da Gubbio e Berardo da Camerino, appunto. Esiste anche "una preziosissima pergamena datata 1286, testimonianza delle relazioni fittissime a livello politico, commerciale ed economico tra Camerino e Firenze".
(ANSA).