Nizza, cosa aspettarsi dalla conferenza sugli Oceani

UNOC3. Il nome in codice non sembra certo fatto apposta per attirare l’attenzione del grande pubblico. Eppure, la “terza conferenza delle Nazioni Unite dedicata agli Oceani” , in corso a Nizza, affronta un tema cruciale: la crisi dei mari, che mette a rischio la salute di miliardi di persone e le economie mondiali. Delegati da tutto il mondo e circa sessanta tra capi di Stato e di governo sono così arrivati in Costa Azzurra per una conferenza dalla doppia anima: quella diplomatica, che si sviluppa nei tendoni allestiti lungo il porto di Nizza e quella più fieristica, che mira a diffondere consapevolezza sugli oceani. Con decine di eventi sparsi in tutta la città e i padiglioni all’interno del centro congressi, ribattezzato per l’occasione “La Balena”. La vita sott'acqua Al centro di questa settimana c’è “la vita sott’acqua”, cioè l’obiettivo di sviluppo sostenibile numero 14 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il target che tutti i Paesi del mondo si sono impegnati a raggiungere consiste nel “conservare e utilizzare in modo durevole gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”. Tre le priorità del vertice organizzato dalla Francia insieme al Costa Rica. La prima è innalzare il livello di ambizione per la protezione degli oceani; la seconda è mobilitare i soldi per un’economia blu sostenibile; la terza riguarda la diffusione delle “conoscenze scientifiche marine per una più efficace definizione delle politiche”. Giorno dopo giorno nelle assemblee plenaria si assiste alle dichiarazioni dei delegati che si tradurranno poi in un documento politico finale sottoscritto dai partecipanti. Il trattato sull'alto mare L’attenzione a Nizza è però anche sul cosiddetto Trattato sull’Alto Mare. Un documento approvato due anni fa dalle Nazioni Unite ma che, per entrare ufficialmente in vigore e diventare legalmente vincolante, deve essere ratificato da almeno sessante Paesi. Tante firme sono arrivate durante i giorni di Nizza, ne mancano ancora poche per raggiungere il traguardo . All’appello, per il momento, manca l’Italia. Il trattato si concentra sulla protezione della biodiversità marina nelle acque internazionali. Zone che si trovano al di fuori della giurisdizione dei singoli Paesi e che costituiscono quasi due terzi dell’oceano . Il trattato fornisce un quadro giuridico per istituire aree marine protette o applicare misure di conservazione in luoghi minacciati dalla pesca eccessiva e dai rischi dell’estrazione mineraria . L'appello sulla plastica Da Nizza arriva un segnale importante. Un appello lanciato da oltre 90 Paesi che ribadiscono la loro ambizione di porre fine all’inquinamento da plastica. Da questa conferenza non arriveranno decisioni su questo tema che invece verrà affrontato in Svizzera, ad agosto. Lì riprenderanno i colloqui dopo il negoziato fallito in Corea del Sud a gennaio “perché – ricorda il WWF – diversi Paesi produttori di petrolio hanno continuato ad abusare delle regole del trattato volte a raggiungere il consenso, rifiutandosi di superare le divisioni”. Quante divisioni verranno superate a Nizza, invece, lo scopriremo nelle prossime ore quando si chiuderà ufficialmente la conferenza. Tra gli Stati Uniti, presenti solo come osservatori, e Cina e la Russia che partecipano attivamente, c’è il Emmanuel Macron: il presidente francese, spalleggiato dal Brasile ha tutta l’intenzione di trasformare in un successo politico questo appuntamento. E il successo della Francia potrebbe rivelarsi un segnale di vita per i temi ambientali, messi sempre di più a dura prova dal contesto geopolitico.

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