Riscaldamento globale, anche aprile 2025 oltre il grado e mezzo

Un altro mese caldo per il pianeta. Più caldo di quanto auspicabile e, purtroppo, più caldo anche della fatidica soglia di un grado e mezzo in più rispetto alla media preindustriale. Quello del 2025 non è stato l’aprile più caldo in assoluto ma poco ci è mancato, e sia la temperatura rilevata sulle terre emerse sia quella degli oceani hanno fatto registrare la seconda peggior misurazione da quando sono iniziati i rilevamenti. Una sequenza preoccupante I dati sono quelli del servizio Copernicus sui cambiamenti climatici, il programma con cui l’Unione europea monitora lo stato di salute del pianeta. Il mese scorso a livello globale la temperatura media è stata di poco inferiore ai 15 gradi . Rispetto alla media stimata per il periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale a cui fanno riferimento gli accordi di Parigi, la differenza è di 1,51 gradi. Di per sé una brutta notizia, ma ancora peggiore se vista in un arco temporale più lungo. Aprile 2025 è stato, infatti, il ventunesimo degli ultimi 22 mesi in cui la temperatura media globale dell'aria superficiale è stata superiore di oltre 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali. Prima di questa terribile sequenza, solo cinque mesi avevano precedentemente superato la fatidica soglia. Non solo, in 14 degli ultimi 22 mesi, da settembre 2023 ad aprile 2024 e da ottobre 2024 a marzo 2025, le temperature sono state “sostanzialmente superiori” a 1,5 °C, con un intervallo compreso tra 1,58 °C e 1,78 °C, record fatto registrare nel dicembre 2023 e avvicinato anche nel febbraio 2024 e lo scorso gennaio. Solo lo scorso luglio l’aumento è stato inferiore al grado e mezzo, ma davvero di poco . Insomma, siamo arrivati là dove dovevamo assolutamente evitare di arrivare a fine secolo. Tregua momentanea sull'Europa Sono andate leggermente meglio le cose in Europa. Dopo un marzo ben più caldo del normale il mese scorso la temperatura media è stata di poco inferiore ai 10 gradi , con una differenza di “solo” 1,01 gradi in più rispetto alla media preindustriale. Si tratta del sesto aprile più caldo mai registrato sul Vecchio continente. Ma, restringendo la superficie di pianeta presa in considerazione, è normale osservare oscillazioni maggiori. E infatti il dato di aprile compensa solo in parte gli otto mesi negli ultimi 22 in cui ha fatto più caldo di 1,5 gradi rispetto alla media di riferimento e, di questi, quattro mesi hanno visto il termometro segnare numeri più grandi di oltre 2 gradi. Il peggio l’abbiamo passato durante febbraio 2024, quando l’aumento è stato di 3,3 gradi. Le maggiori anomalie calde si sono verificate nell'Europa orientale e nelle regioni occidentali di Russia e Kazakistan. Al contrario, condizioni più fredde della media hanno persistito in Turchia, in alcune parti di Bulgaria e Romania, nella penisola di Crimea e nella parte settentrionale di quella finno-scandinava. Ribolle il mare La temperatura media della superficie del mare ad aprile è stata di quasi 21 gradi , 0,39 gradi in più rispetto alla media del periodo 1991-2020. Si tratta della seconda temperatura più alta mai registrata per il mese di aprile, solo 0,15 °C in meno rispetto al valore del 2024, il più alto di sempre. E, così come per quella rilevata sui continenti, anche la temperatura superficiale del mare negli ultimi due anni è stata quasi sempre superiore a quella di tutti gli anni precedenti. Una sequenza preoccupante, dato che l’aumentare delle temperature marine comporta un’aumentata evaporazione che causa precipitazioni violente e ondate di calore. Artico, fine del periodo tragico Unica nota lieta, o meno drammatica del resto, la condizione climatica dei poli. Dopo quattro mesi in cui la superficie ricoperta dal ghiaccio marino artico è stata al minimo storico, ad aprile 2025 l'estensione mensile si è avvicinata alla media del periodo di riferimento . Il 30 aprile l'estensione giornaliera si è attestata a 13,6 milioni di km², che è ‘solo’ la quindicesima più bassa per quella data. Aprile nel suo complesso ha registrato la sesta estensione più bassa del ghiaccio marino artico nei 47 anni di rilevazioni satellitari. Dall’altro capo del globo, in Antartide, i rilevatori satellitari hanno registrato la decima estensione più bassa del ghiaccio marino, circa il 10 per cento in meno rispetto alla media del periodo 1991-2020, proseguendo il modello di anomalie negative osservato dal 2017. Ma date le premesse di terra e mare, non era lecito aspettarsi di meglio.

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