Qualità dell'aria in Italia, ecco cosa abbiamo respirato nel 2024

Il report del Sistema Nazionale per la Protezione dell’ambiente sulla qualità dell’aria respirata in Italia nel 2024 restituisce un’immagine dai contorni ambigui. Come in un disegno di Escher, se si seguono le linee tutto torna, ma quando ci si allontana si vede che c’è qualcosa che non va. In realtà, infatti, i dati sono in miglioramento rispetto agli anni precedenti. Addirittura per la prima volta l’inquinamento da particolato fine PM2,5 è entro la norma. Ma l’aria rimane in molte città italiane irrespirabile, tanto che solo quindici giorni fa la Commissione europea ha definito la situazione di alcuni Paesi, su tutti Italia e Polonia, preoccupante. il rebus è presto risolto: nell'autunno 2024 è stata approvata una direttiva che modifica i parametri di sicurezza per la qualità dell’aria. Parametri che entreranno in vigore in tutti i Paesi membri nel 2030 e che si avvicinano molto a quelli, molto rigidi, indicati dall’Organizzazione mondiale della sanità. I nuovi parametri La stretta dei parametri in adozione dal 2030, e in alcuni Paesi probabilmente anche prima, è significativa. In molti casi si tratta di rivedere le soglie di pericolosità di più del 50 per cento. Il PM10, ora contemplato entro un valore limite annuale: 40 μg/m3, dal 1 gennaio 2030 dovrà rispettare il nuovo limite di 20 μg/m3. E il valore di riferimento da considerare ‘sicuro’ dall’Oms è ancora più basso: 15 μg/m3. Per il PM2,5, il valore limite annuale accettato dall’Ue oggi è di 25 μg/m3. Tra cinque anni verrà dimezzato a 10 μg/m3, mentre il valore guida dell’Oms è di 5 μg/m3. Per quel che riguarda il biossido di azoto, il valore limite annuale è di 40 μg/m3; il valore limite annuale in vigore dal 1 gennaio 2030 sarà di 20 μg/m3, mentre il valore guida Oms è la metà: 10 μg/m3. L’ozono oggi per essere a norma deve registrare un valore di 120 μg/m2, per un massimo di 25 superamenti come media su uh periodo di tre anni. L’obiettivo fissato dalla nuova direttiva dal 1 gennaio 2030 indica invece una soglia di 120 μg/m3, con un massimo di 18 superamenti in media in tre anni. Obiettivo a lungo termine nuova direttiva, da raggiungere entro il 1 gennaio 2050, che coincide con le linee guida Oms: 100 μg/m³ . Il particolato fine Ad eccezione di qualche isolato valore, negli ultimi cinque anni il valore limite annuale del PM10 è stato rispettato su tutto il territorio nazionale. Il valore limite giornaliero attualmente in vigore , invece, è stato superato in 96 stazioni, pari al 17% dei casi diffusi soprattutto nell’area del bacino padano, a Napoli e alcuni comuni della pianura campana, nella zona della Valle del Sacco, in provincia di Frosinone. Isolati casi di violazione si sono registrati nella Piana Lucchese, a Terni, a Colleferro , nella pianura Venafrana , a Palermo e Catania. Il dato positivo è che nel 2024 si è raggiunta una riduzione media di circa il 20% rispetto alla media del decennio 2014-2023. Se non visualizzi il grafico, clicca qui: https://public.flourish.studio/visualisation/22131512/ Anche per il Pm2.5 ci sono relative buone notizie. Sono stati rispettati per la prima volta i limiti da quando si effettuano i monitoraggi . Anche qui si verifica una modesta riduzione del 3,1% rispetto ai valori medi dell’ultimo decennio. Quando però si adeguano i valori dello scorso anno ai nuovi parametri, si scopre che la situazione non è così rosea. Se oggi nessuna stazione di rilevamento supera il limite medio annuo di PM10, in base ai nuovi parametri in vigore non oltre il 2030, quasi i tre quarti delle stazioni avrebbe registrato valori entro la norma. Se poi ci attenessimo agli standard fissati dall’Oms sarebbero il 92 per cento le stazioni ‘irregolari’. Idem per il Pm2,5. Oggi in regola in tutt’Italia, ma con le nuove regole vedrà quasi 9 stazioni su 10 fuori norma. E in base all’Oms in regola ci sono solo due stazioni di rilevamento su cento. Se non visualizzi il grafico, clicca qui: https://public.flourish.studio/visualisation/22131738/ NO2 e O3 Il valore limite annuale di biossido di azoto , pari a 40 microgrammi per metro cubo, è stato rispettato in larga parte del paese . Superamenti sono stati registrati in prossimità di aree ad alti flussi di traffico stradale nei centri urbani di Torino, Genova, Roma, Napoli, Catania, Palermo e Milano. Spingendosi in avanti nel 2030, però, solo il 70 per cento dei valori di inquinamento del 2024 sarebbero a norma. Percentuale che scende ulteriormente se si prende come paradigma quello dell’Oms: solo una stazione su quattro rientrerebbe nei limiti. Se non visualizzi il grafico, clicca qui: https://public.flourish.studio/visualisation/22132250/ Per quel che riguarda l’ozono , le cose invece sono preoccupanti già in base agli standard attuali. Nel 2024 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana per la presenza di ozono nell’aria che respiriamo è stato rispettato solo in 55 stazioni su 343, pari al 16% delle stazioni con copertura temporale sufficiente.

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