Vento e sole al posto del petrolio: l'Ue accelera la decarbonizzazione

L’Europa ha bisogno di più energia, quella elettrica in particolare. La Commissione Europea ha annunciato l'intenzione di pubblicare un Electrification Action Plan sotto la guida del nuovo Commissario UE per l’Energia e l’Abitazione, Dan Jørgensen. La strategia è chiara: l’energia elettrica, quella prodotta da energie rinnovabili , è la strada maestra per accelerare la decarbonizzazione. Più vento e sole per sostituire petrolio e i suoi derivati. Un percorso che CAN Europe, la principale coalizione ONG europea che combatte il cambiamento climatico pericoloso, ha chiesto di sostenere, non dimenticando di collegare la trasformazione delle fonti di produzione, alla riduzione delle emissioni e al calo dei prezzi dell'energia per i consumatori. Numeri e ritardi La linearità della strategia, contrasta con una realtà europea molto arretrata. Secondo un recente rapporto, il tasso di elettrificazione per gli usi finali di energia è rimasto quasi stabile nell'ultimo decennio, stagnando attorno al 22%-23%. Guardando al futuro, la transizione energetica dell'UE richiede un aumento significativo dell'elettrificazione, con scenari che prevedono il 35% entro il 2030 e il 61% entro il 2050. Un salto notevole, ma sarebbero un piccolo passo rispetto alle richieste di CAN Europe che vorrebbe l’Europa superasse gli obiettivi energetici del 2030. Le Ong vorrebbero fissare obiettivi ambiziosi per un'energia 100% rinnovabile, dimezzando la domanda energetica entro il 2040 ed eliminare gradualmente il carbone entro il 2030, il gas entro il 2035 e il petrolio entro il 2040. Perché non si tratta solo di emissioni. Secondo un recente rapporto di Eurelectric, la federazione europea dei produttori di energia, mostra che una famiglia media dell'UE avrebbe potuto risparmiare circa 150 euro al mese nel 2022 elettrificando trasporti, riscaldamento e cucina. Guardando al 2050, uno studio della European Climate Foundation afferma che elettrificare la fornitura di calore attraverso una diffusione su larga scala delle pompe di calore, associata a un alto tasso di ristrutturazioni, potrebbe potenzialmente dimezzare le bollette energetiche delle famiglie, ridurre la spesa per le importazioni di combustibili fossili di 43 miliardi di euro e portare a un aumento dell'1% del PIL annuale dell'Europa. Il Joint Research Centre della Commissione Europea sottolinea ulteriormente i benefici dell'elettrificazione dei sistemi di riscaldamento. Il loro studio calcola che sostituire 30 milioni di caldaie a gas e petrolio con pompe di calore e implementare ristrutturazioni parziali dell'involucro edilizio entro il 2030 comporterebbe una riduzione del 36% del consumo energetico finale totale di gas e petrolio in quegli edifici. Nell'UE, la Germania sarebbe il paese a ridurre maggiormente l'uso di gas e petrolio in termini assoluti, con un potenziale risparmio di 125 TWh, seguita dalla Francia con 50 TWh, dall'Italia con 48 TWh, dalla Spagna con 22 TWh e dai Paesi Bassi con 18 TWh. Sole e vento Al centro dell’attenzione, infine, ci sono le fonti con le quali sostituire il fossile. Secondo uno studio recente di SolarPower Europe, i proprietari di sistemi fotovoltaici residenziali e pompe di calore in Germania, Spagna o Italia avrebbero ridotto le loro spese energetiche fino all'84%. Tra tutti i produttori da fonti rinnovabili un ultimo allarme è stato espresso dal settore eolico. È l’alert lanciato da WindEurope che promuove attivamente l'energia eolica in tutta Europa: oltre 600 membri provenienti dall'intera catena del valore dell'energia eolica, dai produttori di turbine eoliche ai fornitori di componenti, utility elettriche e sviluppatori di parchi eolici, istituzioni finanziarie, istituti di ricerca e associazioni nazionali di energia eolica. Secondo le prime stime di WindEurope, l'Europa ha costruito 15 GW di nuova energia eolica nel 2024: 13 GW onshore e 2,3 GW offshore. L'UE ha rappresentato 13 GW di questa: 11,4 GW onshore e 1,4 GW offshore. Per raggiungere i suoi obiettivi energetici e climatici del 2030, l'UE dovrebbe costruire 30 GW all'anno di nuovi parchi eolici. Il vento ha generato il 20% di tutta l'elettricità consumata in Europa, e il 19% nell'UE. L'UE vuole che questa quota cresca al 34% entro il 2030 e a più del 50% entro il 2050. Inoltre, l'energia eolica continua ad attrarre un crescente interesse da parte dei consumatori di elettricità aziendali. Le aziende comprendono il business case per l'approvvigionamento di energia eolica. Il 50% di tutta l'elettricità contratta nell'ambito dei nuovi Power Purchase Agreement l'Europa non sta elettrificando la sua economia abbastanza rapidamente. L'UE deve affrontare urgentemente tutti e tre i problemi. Più vento significa energia più economica, il che significa maggiore competitività", afferma il CEO di WindEurope, Giles Dickson.

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