Tanta neve effimera, più valanghe e meno ghiacciai. Le Alpi nell’inverno 23/24

La stagione invernale 2024/25 è appena cominciata e in montagna gli auspici degli operatori turistici e della comunità scientifica sono di avere neve in abbondanza e temperature nella media, per sciare ma soprattutto per accumulare riserve idriche per l’estate e preservare i ghiacciai. Servirebbe tanta neve come quella che ha caratterizzato la stagione scorsa, ma possibilmente con una differente distribuzione temporale. Il bilancio appena pubblicato dal Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente dice, infatti, che l’ultima stagione invernale è stata caratterizzata da un aumento nelle precipitazioni nevose su quasi tutto l’arco alpino, un aumento delle valanghe e, purtroppo, la continua fusione di gran parte dei ghiacciai. Più neve ma più effimera Con l’eccezione del Trentino Alto Adige, in tutte le regioni alpine il saldo l’anno scorso è stato positivo rispetto al passato. E nel caso di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia si tratta di quantità nettamente superiori alla media degli ultimi 20 anni. Un buon dato, soprattutto dopo il biennio 2022/23 decisamente tragico per la siccità invernale e le temperature estive da record. Ma è una neve effimera. I dati delle precipitazioni contrastano nettamente con quelli relativi ai giorni con suolo innevato. L’esempio del Piemonte è paradigmatico della gran parte dell’arco alpino. In tutte le località di montagna piemontesi - dalle Alpi Marittime a sud fino alle Lepontine al confine con la Svizzera - la neve è caduta abbondante rispetto alla media degli ultimi venti anni, con la migliore performance fatta registrare a Ceresole reale . Se si guarda la tabella delle giornate con neve al suolo, però, la percentuale è negativa in 7 casi su 11. E a Ceresole Reale quel 49 per cento in più precipitato non ha pagato in termini di giornate innevate, che sono diminuite di oltre il 15 per cento. Temperature in alta quota In buona parte la stranezza si spiega con il calendario delle nevicate della scorsa stagione. Le precipitazioni più ingenti si sono verificate a fine stagione, inizio primavera, quando le ore di irraggiamento solare aumentano e le temperature - passati i giorni di bufera - anche. L’inverno è stato, al contrario, abbastanza siccitoso ovunque. Ed è stato anche più caldo del solito. Sulle dolomiti venete, dove le temperature medie hanno toccato il triste primate del 2007, nel periodo tra ottobre 2023 e maggio 2024 le giornate con temperature medie superiori agli zero gradi sono raddoppiate rispetto alla stagione precedente, sia a bassa quota sia ad alta quota, tra i 2000 e i 2200 metri di altitudine, dove se ne sono contate 31, ben 16 in più dell’anno prima. Pericolo valanghe Temperature alte e nevicate primaverili hanno causato un aumento nel numero di valanghe registrate dalle Agenzie regionali. In tutte le Regioni si segnala un crescente numero di giorni classificati con grado di pericolo 3 e 4 tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Purtroppo gli allerta non sempre hanno ricevuto la dovuta attenzione: in Piemonte su 6 incidenti verificatisi, 5 sono avvenuti proprio con grado di pericolo 4. La serie storica del Catasto regionale valanghe realizzato da Arpa Valle d’Aosta mostra la progressione costante che ha portato al record dell'inverno-primavera 2023-2024, quando gli eventi censiti sono stati 2320. Massima prudenza, quindi. Ghiacciai, ritirata lenta Le precipitazioni record della stagione passata hanno reso meno drammatico il bilancio relativo ai ghiacciai. Ma solo nel senso di un rallentamento del loro scioglimento. In termini assoluti continua a scemare la loro estensione e il loro spessore. L’inverno e la primavera non sono riusciti a sopperire allo scioglimento estivo, causato dalle due estati più calde della storia. Unica nota di speranza è quella con cui il Rapporto Snpa si conclude, relativa ai primi dati della seconda metà del 2024: “fortunatamente le prime nevicate autunnali di fine settembre hanno bloccato questo trend negativo”. Non che sia lecito aspettarsi inversioni di tendenza significative, soprattutto sul medio e lungo periodo, ma magari sta iniziando una stagione non pessima.

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