Cop29, Fao: “I soldi per cibo e agricoltura devono arrivare alle persone giuste”

Contribuiscono a un terzo delle emissioni ma cibo e agricoltura rimangono spesso secondarie nelle conferenze sul clima delle Nazioni Unite. Nella giornata che la Cop29 di Baku dedica a questi temi abbiamo intervistato Kaveh Zahedi, direttore dell’ufficio Clima dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura. Cosa viene fatto alle Cop su cibo e agricoltura? Abbiamo visto l’attenzione per questi settori crescere nel corso degli anni. Alla Cop 27 l'Egitto ha lanciato la “Food and Agricultural Sustainable Transformation Partnership”, un’iniziativa per riunire tutti gli attori che lavorano sul clima e l'agricoltura. L'anno scorso, alla conferenza di Dubai, abbiamo assistito alla dichiarazione degli Emirati che riguardava l'alimentazione, l'agricoltura e il cambiamento climatico. Hanno aderito 160 Paesi. E quest'anno la presidenza della COP29, l'Azerbaigian, ha lanciato la “Baku Harmonia Climate Initiative” per gli agricoltori che consiste di fatto nel mettere in pratica la dichiarazione dell’anno scorso. Questo vertice ha nella finanza il suo tema centrale. Che impatto ha la finanza per il clima quando parliamo di agricoltura e sistemi alimentari? La nostra analisi mostra che in questo momento, se si guarda solo allo sviluppo, solo il 20-22% va alle soluzioni per il sistema agroalimentare. Dobbiamo aumentare questa percentuale se vogliamo che queste soluzioni raggiungano il potenziale che hanno in termini di mitigazione, adattamento e resilienza. In secondo luogo, dobbiamo assicurarci che i soldi arrivino a destinazione. La percentuale della finanza che arriva fino alle comunità agricole e agli agricoltori, che sono in prima linea, è forse intorno al 4%. Come si fa a colmare le differenze a livello regionale? Abbiamo oltre 700 milioni di persone che soffrono la fame, soprattutto nel continente africano, circa uno su cinque soffre ancora la fame. Quindi ovviamente sappiamo dove dobbiamo concentrarci se non vogliamo solo affrontare i nostri obiettivi climatici, ma anche i nostri obiettivi più ampi dello sviluppo sostenibile. Si tratta di assicurarsi che i soldi raggiungano le persone giuste, le prime linee, le comunità agricole, gli agricoltori. Che impatto potrà avere l’amministrazione Trump su questi temi? “Questo processo non ha mai riguardato un solo Paese. Questa è l'unica piattaforma globale in cui i Paesi possono affrontare collettivamente il cambiamento climatico. Certamente l'accordo di Parigi è assolutamente centrale: ha stabilito una traiettoria che non può essere cambiata. Una traiettoria importante sulla riduzione delle emissioni, sulla creazione di un adattamento, sulla creazione della resilienza. Le mosse dei privati possono aiutare a mantenere questa traiettoria? “Il settore privato sta cercando di rispondere a questo, anche in agricoltura e sistemi alimentari con agricoltura rigenerativa, cose che hanno effettivamente senso finanziariamente, hanno senso per il risultato finale. Si tratta di migliorare la produttività riducendo allo stesso tempo le emissioni.