Cop29 di Baku, lo scienziato Höhne ha una buona e una cattiva notizia sul clima

“Entro la fine del secolo calcoliamo ancora lo stesso aumento di temperatura che abbiamo misurato negli ultimi tre anni, ovvero 2,7° gradi. Un cambiamento catastrofico. Dobbiamo davvero ridurre urgentemente le emissioni di gas serra”. A dirlo è Niklas Höhne, scienziato del New Climate Institute che ogni anno, con il progetto Climate Action Tracker, calcola dove ci portano le attuali politiche dei governi. Lo abbiamo incontrato alla Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sul Clima in corso a Baku, in Azerbaigian. A che punto siamo? Quest'anno vediamo due tendenze: la prima è che abbiamo più emissioni a causa dell'aumento degli impianti di combustibili fossili. Allo stesso tempo, abbiamo anche molta più energia rinnovabile. Queste due tendenze si contrastano e alla fine si annullano a vicenda. E portano al numero catastrofico di cui parlava: 2,7 gradi. Quanto si è ristretta la strada per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi, cioè limitare l’aumento della temperatura a 1,5 gradi? C’è una buona notizia e una cattiva. Partiamo dalla cattiva: se vogliamo davvero centrare l’obiettivo dovremmo dimezzare le emissioni entro il 2030. Ma con le stime attuali, stiamo stabilizzando le emissioni di gas serra e ciò significa che nel 2030 emetteremo ancora il doppio delle emissioni di gas serra rispetto a quelle che ci sarebbero consentite. E la buona notizia? Le energie rinnovabili ci sorprendono ogni anno di nuovo perché si stanno espandendo più velocemente di quanto pensassimo. Quindi, anche se c'è ancora molto ritardo, una volta raggiunto il massimo, possiamo ridurre le emissioni molto più velocemente di quanto pensassimo. Naturalmente dobbiamo ridurre tutti i tipi di emissioni. Secondo i vostri calcoli cosa potrebbe accadere con Trump alla Casa Bianca? La sua elezione non è una buona notizia per le politiche sul Clima. È un negazionista, vuole aumentare l’esplorazione dei combustibili fossili. Esattamente l'opposto di ciò che dobbiamo fare. Ma non può nemmeno agire contro il mercato, che attualmente dice che le energie rinnovabili sono davvero economiche, sono la nuova normalità e anche negli Stati Uniti si stanno espandendo. Quindi significa che le emissioni di gas serra, negli Stati Uniti, diminuiranno forse un po’ più lentamente rispetto a una potenziale amministrazione Harris. Cosa si aspetta da questa conferenza che ha come obiettivo trovare un’intesa sui soldi? Alcuni Paesi hanno bisogno di un aiuto finanziario per ridurre le emissioni di gas serra. I Paesi che hanno iniziato prima a bruciare carbone, petrolio e gas – come Europa e Stati Uniti –, hanno una grande responsabilità. Devono fare di più e devono aiutare gli altri. Il numero attuale, i 100 miliardi che vengono mobilitati all'anno, è decisamente troppo poco. Davvero niente rispetto ai danni che vediamo già quest'anno a causa del cambiamento climatico. Quindi la questione della finanza è assolutamente importante. È cruciale che i Paesi concordino qui su un ulteriore passo avanti, su come aumentare questo livello di finanziamento.

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