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Tessile sostenibile, una fibra naturale e innovativa: il cotone

Ambiente

Chiara Puglisi

Il cotone è una fibra naturale che però va trattata nel modo corretto affinché le piantagioni di cotone diano vita a una fibra che sia sostenibile sia dal punto di vista ambientale che da quello umano. Oggi vogliamo raccontarvi di come il cotone può essere trattato in modo innovativo.

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Ogni passaggio nella filiera cotonifera deve essere controllato e adeguarsi a dei parametri ben precisi. Il cotone biologico, infatti, è frutto di coltivazioni trattate essenzialmente con fertilizzanti biologici che hanno un impatto generale sull'ambiente molto ridotto rispetto alle normali coltivazioni tradizionali, eliminando pesticidi e concimi tossici, chimici e persistenti. La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali. Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale. Ma come si traduce tutto questo nelle produzioni industriali di filati di cotone?

Il cotone Biofusion di Albini 

Albini è un gruppo internazionale che comprende sei brand ed opera a livello globale non solo in ambito industriale, nella realizzazione di tessuti e filati, ma anche nell’innovazione di settore e nella progettazione di sistemi energetici. E' una storia aziendale di oltre 145 anni, fondata nel 1876, arrivata oggi alla quinta generazione della famiglia Albini. Questa lunga tradizione si accompagna a una grandissima attenzione all'innovazione e alla sostenibilità, attraverso la tracciabilità di tutta la filiera che diventa fondamentale quando si parla di cotone. Albini è il primo produttore di tessuti per camiceria in Europa e questo traguardo è stato consolidato nel tempo grazie alle materie prime utilizzate, alla manifattura e alla cura con cui si trattano le fibre di cotone, e grazie ancora ad una strategia che prevede aggiornamenti continui dei siti produttivi, che rimangono in Italia, e la tracciabilità dei campi di cotone attraverso le certificazioni Organic Content Standard (OCS)Global Organic Textile Standard (GOTS). e ORITAIN, Certificatore di terza parte e leader mondiale nella scienza forense. Certificazioni che hanno consentito la nascita del cotone Biofusion,  coltivato in esclusiva da Albini Group., è nato come una mischia di due cotoni biologici di origine americana: Supima & Upland. Albini Group gestisce e controlla direttamente la coltivazione di questo cotone, con l’obiettivo di garantire il totale rispetto della normativa, alti standard di qualità, la tracciabilità dell’intera filiera produttiva. Per essere definito biologico un cotone deve provenire da piantagioni biologiche che rispettano i seguenti requisiti: il terreno deve aver prodotto esclusivamente prodotti biologici per i tre anni precedenti, il seme non deve essere geneticamente modificato (OGM), non devono essere utilizzati fertilizzanti, insetticidi e pesticidi chimici; la defogliazione deve essere naturale. I metodi di coltivazione del cotone Biofusion osservano e seguono pienamente questi requisiti. Grazie a questo processo, il prodotto risulta tracciato dalla country of origin fino al tessuto: una garanzia non solo dell’origine, ma anche della qualità e della sua produzione etica e sostenibile.

Albini_next: textile innovability

Cosa significa sotenibilità e innovazione in una realtà come Albini? Significa ancora una volta avere delle materie prime di qualità e una filiera gestita e controllata in modo diretto e verticale, dalla coltivazione delle materi prime al tessuto finito, per garantire massima trasparenza ed efficienza. Controllare e monitorare le sostanze chimiche utilizate nella produzione, garantendo l’assenza di sostanze pericolose, utilizzare energia da fonti rinnovabili, investire sul capitale umano dell'azienda e innovare attraverso soluzioni nuove o già esistenti da applicare al settore tessile per ridurne l’impatto ambientale e offrire prodotti durevoli e di qualità. Da questa visione nasce Alnini_next, un think thank costituito nel 2019 per sperimentare idee innovative e sostenibili, non ancora sul mercato, e renderle industriali, che lavora su tre aree di ricerca: colorazioni alternative, green chemistry e nuovi materiali. Un hub di innovazione che realizza progetti in ottica di open innovation, collaborando con startup, università, centri di ricerca, anche di settori lontani dal tessile. Progetti di ricerca esclusivi che di fatto entrano in produzione. Come ad esempio il progetto che riguarda i coloranti. E' stata scelta la starup Colorifix che ha sviiluppato una tecnologia di colorazione cha passa attraverso la fermentazione dei batteri. Attraverso la fermentazione di questi micro organismi si arriva a un brodo colorato da utilizzare per tingere i filati, è una tecnologia molto innovativa e di lungo termine che ha il vantaggio di utilizzare una temperatura che non supera i 40° nel ciclo di produzione e, soprattutto, per fissare il colorante non sono necessari altri additivi chimici.

Officina39 e il brevetto Recycrom

La fase della tintura nelle aziende tessili è quella che può creare maggiore impatto in termini di utilizzo di agenti chimici e spreco di acqua, il vero patrimonio di Officina39 è costituito da un’esperienza trentennale dedicata alla ricerca e all’applicazione di prodotti chimici nel settore tessile. Un laboratorio, un progetto all’avanguardia nato nel 2008 che si dedica all'innovazione dei processi chimici nel mondo tessile. Sviluppando tecnologie innovative per il mondo del fashion dando molto risalto all'economia circolare. Da questa idea si sviluppa una catena innovativa che porta anche al brevetto del colorante Recycrom una gamma di pigmenti in polvere derivati al 100% da abiti usati, materiale fibroso e scarti tessili, attraverso un processo di upcycling. Da queste fibre si ottengono coloranti straordinariamente uniformi che possono essere utilizzati su tessuti e indumenti in cotone, lana, nylon o altre fibre naturali e sintetiche, tramite tintura, stampa, rivestimento e spruzzatura. Un progetto ispirato dalla Venere degli Stracci del maestro Pistoletto che ha come obiettivo quello di ridurre gli impatti attraverso lo sviluppo di tecnologie sempre più innovative.