Clima: dopo un’estate di estremi, in Europa un terzo dei bacini fluviali in sofferenza

Un’estate da record quella che emerge dal Seasonal lookback appena pubblicato in base ai dati raccolti dal programma Copernicus Climate Change Service dell’Unione europea. Una stagione decisamente di eccessi in Europa, e quando si parla di meteo e clima, gli eccessi sono sempre una cattiva notizia. A cominciare dai fiumi la cui situazione ha del paradossale con eccessi in un senso e nell’altro. La situazione dei bacini idrici Dopo un’estate da record, infatti, la situazione dei bacini idrici all’inizio dell’autunno restituisce l'immagine di un continente diviso. Le portate medie estive dei fiumi sono state notevolmente o eccezionalmente basse nel 35% dei fiumi europei, in particolare nel sud-est europeo. Al contrario, gran parte dell'Europa centrale, invece, ha registrato portate medie dei fiumi eccezionalmente elevate per il periodo dell'anno, in linea con le aree che hanno registrato le massime precipitazioni e più giorni di pioggia del normale. Insomma, eccessi in una direzione e nell’altra. E nessuna delle due è una buona notizia. Ma vediamo le cause che stanno dietro a questa fotografia un po’ schizofrenica. Precipitazioni estreme Partiamo dalle precipitazioni. Nonostante i numerosi allerta siccità diramati in alcune zone del continente, diverse regioni europee hanno sperimentato forti piogge durante l'estate. Le precipitazioni massime registrate per almeno cinque giorni consecutivi mostrano dati sopra la media - fino a 80 mm al giorno per almeno 5 giorni - in più d'una occasione. Si tratta in particolar modo delle perturbazioni che hanno colpito a giugno l'Italia settentrionale e parti degli stati del Baden-Württemberg e della Baviera nella Germania meridionale. L'anomalia umida registrata invece sui paesi baltici, è nata dalle forti precipitazioni portate dalla tempesta Kirsti, alla fine di luglio. Al contrario, come ci ricorda l’emergenza idrica della Sicilia, altre zone del continente stanno affrontando una condizione di siccità pronunciata e prolungata. Le temperature dell’aria più alte In generale, secondo Copernicus, la temperatura media dell'aria superficiale sulla terraferma per l'estate 2024 è stata la più alta mai registrata per la stagione in Europa, con 1,54°C in più rispetto alla media degli ultimi 30 anni. L'estate appena trascorsa ha superato di 0,2°C il precedente record di temperatura dell'aria, stabilito nei mesi estivi del 2022. Le temperature medie stagionali sono state prevalentemente superiori alla media in quasi tutto il continente, ma con alcune sensibili differenze geografiche. Il caldo è stato più intenso e persistente nell'Europa sud-orientale e, dato davvero insolito, nella Scandinavia settentrionale. In netto contrasto, alcune regioni nella parte occidentale del continente, tra cui Islanda, Irlanda, parti settentrionali e occidentali del Regno Unito e la Norvegia meridionale, sono state più fredde della media. Mari bollenti Non migliori i dati registrati nei mari che toccano il Vecchio continente. Le temperature giornaliere della superficie del mare medie su tutto il Mar Mediterraneo hanno raggiunto i loro valori più alti mai registrati a metà agosto, con un picco di 28,45 °C il 13 agosto. Ciò ha battuto il precedente record di 28,20 °C di luglio 2023. In media nell'estate 2024, le temperature superficiali dei mari sono state superiori alla norma ovunque nel Mediterraneo, ma hanno raggiunto livelli record solo nel Mar Adriatico e nei bacini orientali. Ma oltre al Mediterraneo, anche il Mar di Norvegia ha registrato temperature senza precedenti per l'intera stagione. Al contrario, termometri più bassi della media nell'Atlantico nord-orientale al largo della penisola iberica, dell'Irlanda e intorno all'Islanda.