L'impatto nascosto della transizione energetica: i minerali

Le fonti rinnovabili di energia non hanno impatto zero sull’ambiente. Per realizzare pannelli fotovoltaici, pale eoliche, batterie elettriche e tutto quel che serve per raccogliere e conservare l’energia da rinnovabili sono indispensabili alcune materie prime che devono essere estratte tramite attività mineraria. I ricercatori del Breakthrough Institute hanno pubblicato uno studio che calcola il costo, in termini di estrazioni minerarie, delle diverse fonti di energia rinnovabile. Quanto costa estrarre il nichel, l’argento e il manganese necessari per i pannelli fotovoltaici? E l'acciaio e il ferro per costruire le turbine eoliche, o ancora il litio per le batterie e l’uranio per il nucleare? Il pregio maggiore dello studio del Breakthrough Institute è che utilizza parametri aggiornati agli ultimi sviluppi tecnologici, che hanno ridotto significativamente la quantità di materiali necessari per ottenere energia da fonti rinnovabili, e include nel confronto anche l’energia nucleare, non certo rinnovabile dato che l’uranio è una risorsa destinata a esaurirsi, ma è una fonte a basse emissioni di carbonio ed è all’ordine del giorno nel dibattito sulla transizione energetica. Minerali per GWh Il criterio con cui vengono paragonati i dati è la quantità di materie prime estratte per produrre da quella fonte rinnovabile l’equivalente di un gigawattora di energia elettrica. Da questo punto di vista, tenendo conto solo della quantità e lasciando da parte per il momento la composizione del bouquet dei minerali necessari per ognuna, è l’eolico la fonte più ‘costosa’ soprattutto per quel che riguarda gli impianti a terra . Ed è la centrale nucleare a richiedere la minore quantità di materiale per produrre energia elettrica, con le nuove centrali di ultima generazione che ottengono performance notevoli da questo punto di vista, e ancor meno necessitano le batterie elettriche di accumulo . Miniere diverse La quantità di materie necessarie però non restituisce la fotografia più fedele dell’impatto in termini di estrazioni minerarie. Ognuno degli elementi indispensabili per le apparecchiature degli impianti di energia rinnovabile comporta una specifica quantità di roccia scavata per estrarlo. E da questo punto di vista la ratio differisce in modo decisamente spiccato tra uno e l’altro. Ai due estremi della classifica troviamo il silicio e l’argento. Se per estrarre un kg di silicio è necessario scavare 3 kg di terreno, la stessa quantità di argento si ottiene minando più di 22 mila kg di roccia. Con questi dati in mano, diventa possibile avere una stima molto più precisa del costo in termini di materiale estratto di ogni fonte di energia rinnovabile per produrre un GWh di energia elettrica. E adesso le posizioni cambiano un po’ rispetto al primo grafico. Gli impianti eolici su terra ferma restano i più impattanti ma la distanza con le altre fonti è molto ridotta, l’eolico offshore è più leggero del solare e delle batterie di accumulo, mentre resta in fondo alla classifica il nucleare in entrambe le sue versioni tecnologiche. Il confronto col carbone Leggere questi dati aiuta a capire che la transizione energetica non avverrà a impatto zero. Realizzare gli impianti e le apparecchiature non può fare a meno di metalli più o meno facilmente estraibili. Ma un rapido confronto con il cambiamento che questi costi minerari rappresentano rispetto a quelli dei combustibili fossili restituisce immediatamente uno scenario meno sconfortante. I 60 mila kg di materiale scavato per 1 GWh di energia elettrica derivata dall’eolico onshore quasi svaniscono se paragonati al milione e 200 mila kg necessari per produrre la stessa quantità di elettricità dal carbone. La costruzione di una centrale a carbone, di per sé, richiede meno minerali dell'energia solare, eolica o nucleare, perché non utilizza risorse preziose come l’argento o l’uranio. Ma le centrali a carbone si basano su grandi quantità di estrazione mineraria per il combustibile stesso che alimenta le centrali. Il saldo minerario della transizione energetica sarà, quindi, in ogni caso attivo per l’ambiente anche da questo punto di vista.