Siccità in Sicilia e Sardegna, confermato il legame con la crisi climatica

Non il solito caldo, non la solita siccità. Secondo un nuovo studio la crisi climatica – provocata dall’uomo con petrolio, gas e carbone – ha reso il fenomeno in Sicilia e Sardegna molto più grave e il 50% più probabile. A dirlo è il World Weather Attribution, la più autorevole organizzazione di scienziati che si occupa proprio di analizzare e verificare l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi estremi. Paura per quello che accadrà in futuro In un mondo non riscaldato dall’utilizzo di combustibili fossili , la siccità che nelle due regioni oggi viene classificata come “estrema” sarebbe solo “grave”. “Conta chiaramente il fatto che piove poco. Ma questo lavoro ci fa vedere come conta di più l’aumento di temperatura”, spiega a Sky TG24 Antonello Pasini, fisico del Clima del CNR: “C’è un fenomeno che si chiama evapotraspirazione: con la temperatura molta elevata, quella poca acqua che c’è, evapora dal suolo, evapotraspira dalle piante in maniera molto forte”. Per Pasini i dati sono preoccupanti per quello che accadrà in futuro: “Sappiamo bene che se continuerà questa tendenza, aumenteranno di molto gli eventi estremi”. Per quanto riguarda la Sicilia, ad esempio, basterebbe un innalzamento della temperatura media globale di 0.7 gradi per registrare siccità “eccezionali”, il grado più alto della scala. Le conseguenze in Sicilia e Sardegna Le estati nelle isole sono da sempre calde e secche, ma questa estate la situazione è stata particolarmente grave, come sottolinea Maja Vahlberg, Climate risk consultant alla Red Cross Red Crescent Climate Centre: “I bacini idrici si sono prosciugati. Il lago di Pergusa è scomparso. Le colture sono appassite nei terreni aridi. Gli impatti di queste siccità sono stati scioccanti”. La siccità ha colpito i residenti locali e il turismo, con entrambe le isole che hanno subito mesi di razionamento dell'acqua. Le condizioni, tra l’altro, hanno favorito lo sviluppo di incendi che hanno distrutto foreste e terreni agricoli. Situazioni che hanno portato la Sicilia a dichiarare lo stato di emergenza a marzo. Stessa mossa, quattro mesi dopo, per la Sardegna. Le soluzioni? Adattamento e riduzione delle emissioni Lo studio è stato condotto da quindici ricercatori, tra cui scienziati di università e agenzie meteorologiche di Italia, Svezia, Stati Uniti, Regno Unito e Paesi Bassi. Dipinge uno scenario drammatico ma ci ricorda anche una buona notizia. Le soluzioni per affrontare il problema esistono e passano da due azioni: adattamento e mitigazione. Occorre dunque migliorare le nostre infrastrutture idriche, far sì che non siano un colabrodo. Gestire in maniera efficiente le risorse, sfruttando le acque reflue. E poi c’è la mitigazione, cioè ridurre le emissioni dei gas serra che provocano la crisi climatica. Abbandonare le fonti fossili, come stabilito dagli accordi internazionali firmati anche dal nostro Paese, e passare alle energie pulite.