L'Italia in fiamme. Perché ci sono così tanti incendi?

Nei primi sette mesi dell’anno si sono verificati sul territorio nazionale 615 grandi incendi. I dati diffusi dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale sono quelli raccolti tramite il programma Copernicus dallo European Forest Fire Information System , e aggiornati al 30 luglio scorso. Per grandi incendi si intendono quelli rilevabili dal satellite, e cioè quelli estesi per almeno qualche ettaro e che si sono protratti nel tempo per alcune ore. Complessivamente gli incendi hanno interessato una superficie complessiva di 22mila ettari. Le stime elaborate dai ricercatori di ISPRA indicano che sul totale degli ettari andati in fiamme, il 18% ha colpito le aree boschive e forestali, equivalenti a circa 4mila ettari, più o meno 8mila campi da calcio. Queste aree boschive erano composte da 1.840 ettari di macchia mediterranea e boschi di leccio , 1.330 ettari da boschi di querce e 656 ettari di aree boschive di conifere . Le regioni più colpite La Sicilia risulta la regione più colpita, con quasi la metà del totale della superficie a livello nazionale, a seguire Calabria e Sardegna e Puglia, entrambe con il 10%. Queste regioni contribuiscono per circa l’85% delle aree totali generiche bruciate. La superficie forestale interessata da incendi in queste regioni è, invece, l’80% del totale forestale nazionale incendiato. I dati però, approfonditi a un livello maggiore, restituiscono una situazione leggermente diversa, dal momento che in Sicilia il rapporto tra superficie complessiva e copertura esclusivamente forestale colpita da incendio è intorno al 14%, mentre in Sardegna e Lazio il 23% ed in Calabria è circa il 27%. Altre simili anomalie apparenti dei dati si sono verificate ad Agrigento, che risulta avere maggiore superficie complessiva percorsa da incendio di cui però solo il 3% risulta essere di boschi o foreste. Al contrario, sempre in Sicilia, la provincia di Enna ha registrato una superficie complessiva di 997 ettari di area bruciata ma di questi ben il 64% è di coperture arboreo-arbustive. Rispetto agli anni precedenti Inserendo il dato nel contesto degli ultimi anni, il 2024 per ora è stato un anno con pochi incendi. L’anno scorso, nello stesso periodo considerato, la superficie bruciata era più del doppio di quest’anno, ben oltre i 55mila ettari. E confrontando il dato con la media del periodo 2006-2023, l’anno in corso è sotto media. Nel grafico in rosso la superficie bruciata nel 2024, in azzurro quella media dei diciotto anni precedenti. L’area grigia è quella tra il dato massimo e il dato minimo del periodo 2026-2023. E in questo caso specifico, trattandosi dei dati EFFIS, non ancora elaborati da ISPRA, il grafico è aggiornato fino all'ultima settimana di agosto. Nel resto d'Europa Sempre attingendo ai dati EFFIS aggiornati quotidianamente, è possibile avere un quadro sinottico della situazione in Europa. Anche in questo caso c’è la conferma dei dati di luglio per quanto riguarda l’Italia, ed è interessante vedere come solo in Bulgaria e a Cipro la situazione sia peggiorata nell’ultimo anno, mentre è sensibile il miglioramento del Portogallo, dove in media viene percorso da incendi l’un per cento del territorio nazionale e la Grecia, nonostante il terribile incendio di metà agosto in Attica.