India, gli avvoltoi scomparsi e quel mezzo milione di persone morte. Lo studio

Mezzo milione di persone morte in cinque anni, danni per l’economia pari a oltre trecento miliardi di dollari. Se qualcuno si stesse ancora chiedendo a cosa serve tutelare una specie animale e salvaguardare la biodiversità, una risposta interessante può arrivare da queste cifre. Sono il bilancio della scomparsa degli avvoltoi in India, secondo uno studio dell’American Economic Review. L’analisi è stata anticipata dal New York Times che ha raccontato come una estinzione abbia provocato una catastrofe umanitaria. La scomparsa degli avvoltoi in India Tutto inizia trent’anni fa. Nel Paese muoiono gli uccelli e nessuno riesce a spiegarsi il perché. Soltanto nel 2004 si scopre che la scomparsa – quasi totale – degli avvoltoi è causata da un farmaco antinfiammatorio usato per bovini e altri capi di bestiame e altamente tossico per gli uccelli. Due anni dopo, grazie alle pressioni degli ambientalisti, le autorità vietano l’utilizzo di questo medicinale ma è troppo tardi: la popolazione degli avvoltoi è diminuita di oltre il 95%. Cosa accade a questo punto? Le carcasse degli animali non vengono più divorate dai rapaci. Si decompongono e inquinano le acque. I cani randagi le bevono contraendo la rabbia, che dagli animali viene trasmessa all’uomo. L’aumento del tasso di mortalità dell’uomo Questo, in sintesi, è quello che è accaduto. I ricercatori dell’American Economic Review hanno ricostruito la catena seguendo il metodo scientifico, confrontando dati e mappe. Si sono accorti, ad esempio, che nelle aree in cui vivevano gli uccelli, i tassi di mortalità umana hanno iniziato a salire nel 1994. Cioè quando è scaduto il brevetto del farmaco per il bestiame e sono entrate in commercio versioni generiche più economiche. Il numero di morti in eccesso è continuato a salire negli anni successivi così come le vendite del vaccino antirabbico. Allo stesso tempo, le aree che non avevano ospitato gli avvoltoi non hanno avuto le stesse anomalie. “In un Paese come l'India, dove è vietato mangiare carne bovina, la maggior parte del bestiame finisce per diventare una carcassa”, ha detto alla Cbs Arshad R. Zargar, coautore dello studio: “Gli avvoltoi forniscono gratis un incredibile servizio di smaltimento: un gruppo di uccelli impiega circa 45 minuti per ridurre all’osso il corpo di una mucca morta”. Insomma, il calcolo effettuato ha portato a un aumento del 4% del tasso di mortalità nelle zone interessate. Parliamo di circa 100mila persone morte ogni anno dal 2000 al 2005. E di un danno economico di 69 miliardi di dollari ogni anno nello stesso arco temporale. Cosa accade negli altri Paesi C’è chi ha imparato da questa lezione e chi no, segnala ancora il New York Times. In Pakistan, ad esempio, gli uccelli continuano a morire a causa dello stesso farmaco utilizzato in India. Ma in Nepal, dove il divieto di utilizzo per uso veterinario è stato più efficace, le popolazioni di avvoltoi sono aumentate significativamente negli ultimi sette anni. E in Europa? Secondo la British Ecological Society, le politiche attuali non fanno abbastanza per proteggere i rapaci.

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