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L'Ue studia l'obbligo di vendere smartphone senza caricabatterie

Ambiente

Una misura - per ora solo un'ipotesi - che incentiverebbe l'utilizzo dei dispositivi già in circolazione riducendo così i rifiuti elettronici 

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La Commissione europea potrebbe proporre "l'obbligo" di vendere telefoni cellulari, smartphone e altri dispositivi senza caricatore in modo da favorire il riutilizzo di quelli già in circolazione, riducendo così i rifiuti elettronici. Lo ha annunciato il vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, in un dibattito al Parlamento europeo sull'introduzione di uno standard unico per i caricatori di telefoni cellulari nell'ambito dell'European Green Deal. 

La Plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha discusso sull'introduzione del caricatore singolo e universale per tutti i telefoni cellulari, tablet e dispositivi portatili. Già nella direttiva del 2014 sulle apparecchiature radio, i legislatori europei avevano chiaramente espresso la necessità di sviluppare un unico caricatore e avevano incaricato la Commissione europea di perseguire questo obiettivo attraverso un atto delegato.

Rifiuti elettronici

Si stima che l'accumulo di caricabatterie generino più di 51.000 tonnellate di rifiuti elettronici all'anno. Gli eurodeputati hanno stigmatizzato le difficoltà dovute alle differenze fra i produttori che non hanno portato ad una omogeneizzazione ma hanno prodotto frammentazione. "La Commissione europea sostiene fortemente l'armonizzazione dei caricabatterie per i cellulari", ha sottolineato il vicepresidente dell'esecutivo comunitario Maros Sefcovic. "Nel 2009, abbiamo avuto 30 soluzioni per la ricarica. Ora ci sono tre soluzioni principali. Nella discussione con il comparto industriale insistiamo sui seguenti obiettivi: convenienza del consumatore, sicurezza e interoperabilità e riduzione dei rifiuti elettronici", ha aggiunto Sefcovic.