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Barriera corallina australiana, trapiantati 2,8 milioni di baby coralli contro le alghe

Ambiente

Gli esperti stanno cercando di salvare la Grande barriera dalle alghe infestanti che la soffocano. Nella zona turistica Magnetic Island, al largo del Queensland, sono stati innestati 2,8 milioni di larve di coralli e i primi risultati sono attesi in 6-9 mesi

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Milioni di ‘baby’ coralli usati per combattere le alghe infestanti che stanno soffocando parte della Grande barriera corallina. È questa la strategia su cui si basa il progetto dei ricercatori della Southern Cross University, della James Cook University e dell'Australian Institute of Marine Sciences. Gli esperti stanno cercando di salvare e di far ripopolare la barriera patrimonio mondiale Unesco, che si estende per 2.300 km al largo della costa a Nord-Est dell'Australia, e hanno individuato località precise dove intervenire (LO SPECIALE SKY OCEAN RESCUE).

Trapiantati circa 2,8 milioni di coralli

I ricercatori si concentrano in particolare su cinque zone al largo della turistica Magnetic Island, 8 km al largo di Townsville, nel Queensland. La cattiva qualità dell'acqua, lo smaltimento in mare di materiali di dragaggio, le crescenti concentrazioni di nutrienti e i recenti eventi di sbiancamento causati dal riscaldamento delle acque, hanno infatti permesso alle alghe di prosperare. Con l'aiuto volontario di 'cittadini scienziati', le alghe sono state quindi rimosse e i fondali attorno all'isola sono stati puliti. Poi, sulle zone appena ripulite, sono stati trapiantati circa 2,8 milioni di larve di coralli.

I primi risultati tra 6-9 mesi

Per vedere i primi risultati, occorrerà aspettare il 2020. Una volta che le larve si sono insediate, i coralli dovrebbero iniziare a crescere e saranno chiaramente visibili nei prossimi 6-9 mesi. Peter Harrison, della Southern Cross University, che studia le barriere coralline fino dagli anni 1980, ha spiegato che in un simile progetto nelle Filippine le microscopiche larve di coralli sono cresciute in 3 anni, ciascuna fino a raggiungere le dimensioni di un piatto da tavola.

Un piano regionale per estendere la vita delle specie coralline

In un'intervista alla Abc, Harrison ha poi sottolineato che il progetto "fa parte di un più ampio piano regionale per estendere il più possibile la vita delle specie coralline". "Quello che stiamo facendo - ha detto - è di guadagnare tempo per i coralli che sono ancora presenti nella Grande Barriera Corallina e nelle altre barriere attorno al mondo".