I costi ammontano ad oggi a circa 110 euro a tonnellata, una cifra "troppo bassa" secondo l’organizzazione ambientalista, che a Roma ha presentato un nuovo rapporto in occasione della prima giornata dell'Ecoforum sull'economia circolare
Smaltire rifiuti in discarica costerebbe, ad oggi, circa 110 euro a tonnellata. Il dato emerge dal nuovo rapporto "Rifiuti zero, impianti mille", presentato da Legambiente in occasione della prima giornata dell'Ecoforum sull'economia circolare in corso a Roma. Secondo l'organizzazione ambientalista si tratterebbe di una cifra "troppo bassa" che renderebbe ancora più conveniente il sotterramento dei rifiuti.
Le Regioni promosse
Nel 2013, il costo medio di smaltimento in discarica era di 90 euro a tonnellata. A sei anni di distanza la cifra si attesta sui 110 euro. Nonostante non ci siano stati grossi passi avanti in questo senso, però, alcune Regioni hanno evidenziato interessanti evoluzioni. In particolare, Veneto, Piemonte e Sardegna spiccano per la buona gestione dei rifiuti. Queste tre Regioni, infatti, fanno registrare i costi più alti di smaltimento in discarica, incentivando un circolo virtuoso attraverso la differenziata. Ci sono, però, delle eccezioni. In Liguria e Basilicata, nonostante i costi elevati di smaltimento in discarica, la differenziata e la riduzione del secco residuo da smaltire non sarebbero ancora decollate. Secondo Legambiente, "si deve lavorare per rendere sempre meno conveniente il sotterramento dei rifiuti" e sono "necessari mille nuovi impianti di riciclo per raggiungere l'obiettivo rifiuti zero in discarica".
L'ecotassa tra le note dolenti
Nel corso del 2018, sono state smaltite quasi 20 milioni di tonnellate tra rifiuti urbani e speciali. Per Legambiente è fondamentale, in questo senso, una nuova ecotassa per ridurre lo smaltimento dell'indifferenziato. Proprio questo tributo speciale richiesto dalle Regioni ai Comuni per il conferimento in discarica, secondo l'associazione ambientalista, è una delle principali note dolenti del nostro Paese. Legambiente sottolinea, infatti, che "non si è riusciti a modificare la normativa nazionale per trasformare l'attuale tetto massimo di circa 25 euro a tonnellata stabilito nel 1995 in una soglia minima, prevedendo in tutte le Regioni una modulazione in base al secco residuo che si avvia a smaltimento". L'ecotassa viene modulata in rapporto alla percentuale di raccolta differenziata solo in nove Regioni. Sono solo due, invece, le amministrazioni regionali che prevedono una modulazione sui quantitativi pro capite di secco residuo da avviare a smaltimento.
Gli obiettivi fissati da Legambiente
In occasione della prima giornata dell'Ecoforum, Legambiente ha anche fissato quelle che dovrebbero essere le priorità del prossimo futuro in tema di smaltimento. Innanzitutto, la realizzazione degli impianti necessari per recupero e riuso dei rifiuti in ogni regione; la velocizzazione dell'iter di decreti per semplificare il riciclo; l'obbligatorietà per tutti i Comuni del sistema di tariffazione puntuale e l'introduzione di una nuova ecotassa in discarica. Secondo l'organizzazione ambientalista, per quanto riguarda quest'ultimo punto, andrebbe rivista la normativa nazionale del 1995, prevedendo un costo più elevato e la modulazione sulla base dei quantitativi pro capite di secco residuo smaltito. "Il paese - ha detto il presidente di Legambiente Stefano Ciafani - deve archiviare definitamente la stagione del monopolio delle discariche, ma per farlo concretamente e su tutto il territorio nazionale deve utilizzare la leva economica e costruire l'alternativa impiantistica. È arrivato il momento di cambiare la legge sull'ecotassa per lo smaltimento in discarica per tartassare questo vecchio sistema di gestione dei rifiuti, ma è fondamentale anche costruire nuovi impianti di riuso e riciclo dei rifiuti spesso osteggiati come se fossero impianti inquinanti".