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Squali a rischio in Australia, negli ultimi 55 anni alcune specie diminuite del 90%

Ambiente
Lo squalo bianco e lo squalo martello hanno registrato diminuzioni del 92% (Getty Images)

Lo riporta uno studio, che ha analizzato la presenza di questi grandi pesci tra il 1962 al 2016. Per i ricercatori il calo è dovuto in gran parte all'eccessiva pesca commerciale

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Sono sopravvissuti all'estinzione dei dinosauri ma potrebbero scomparire a causa dell'uomo. Secondo uno studio, realizzato dall'University of Queensland e della Griffith University, la popolazione di squali al largo della costa orientale dell'Australia "è crollata negli 55 anni". L'indagine, che ha analizzato i dati dei programmi di controllo dal 1962 al 2016, rivela che alcune specie come il grande squalo bianco e lo squalo martello hanno registrato diminuzioni del 92%, mentre lo squalo bronzo del 82% e lo squalo tigre del 74%. "Gli squali - spiega George Roff, docente di ecologia marina e responsabile dello studio - svolgono un ruolo fondamentale negli ecosistemi perché sono in cima alla catena alimentare", motivo per il quale è necessario preservarne l'esistenza. "Questa specie – continua Roff - vive sulla terra da milioni di anni ed è sopravvissuta all'estinzione dei dinosauri. Sarebbe davvero tragico se la perdessimo ora per cause umane prevenibili".

Le cause del crollo

I ricercatori, spiegano nello studio, non hanno potuto individuare con certezza cosa abbia comportato un calo così evidente in un arco temporale (55 anni) piuttosto limitato. Però ipotizzano che la principale motivazione sia l'eccessiva pesca commerciale, che direttamente e indirettamente ha messo in pericolo la sopravvivenza di questa specie. Tra le motivazioni c’è anche il cambiamento climatico, non sufficiente però per spiegare da solo le dimensioni del declino. Oltre alla diminuzione della popolazione, lo studia evidenzia come gli squali catturati siano sempre più piccoli e più giovani, motivo per il quale hanno meno capacità riproduttive. Alla luce di questi dati, i ricercatori ritengono che sia necessario adottare al più presto misure per proteggere questi pesci prima che sia troppo tardi. "Gli squali – spiega George Roff - svolgono ruolo importante negli oceani e sono indicatori di ecosistemi sani. Per questo la loro diminuzione suggerisce anche un calo della salute dei mari, soprattutto in prossimità delle coste".

Sicurezza dei bagnanti vs protezione degli squali

Per realizzare la ricerca, gli studiosi hanno analizzato i programmi di controllo degli squali attuati dal 1962 al 2016, che consistono in reti e trappole sospese a galleggianti al largo della costa del Queensland. Lunghe 1760 chilometri, sono state pensate per ridurre il rischio di attacchi a bagnanti, surfisti e sub. Proprio questo tipo di interventi, però, potrebbe essere una delle causa della diminuzione degli esemplari. Negli ultimi mesi, inoltre, una serie di attacchi letali ha spinto molti a chiedere abbattimenti selettivi per preservare i bagnanti. "La sicurezza umana è importante, gli attacchi di squali sono eventi tragici ed evitare la perdita di vite umane deve essere una priorità, ma allo stesso tempo – ha dichiarato Roff - vorremmo vedere maggiori investimenti per studiare i comportamenti di questi grandi pesci e per poter lavorare in prevenzione senza causarne l'estinzione".