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Wwf: ai parchi nazionali italiani appena 1,35 euro per abitante

Ambiente
Parco nazionale della Sila

Il nostro Paese destina ai suoi 23 parchi 81 milioni di euro l'anno secondo il calcolo fatto dall'Organizzazione ambientalista nel suo "Check-up dei parchi nazionali e delle Aree marine protette", presentato a Roma

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L'Italia riserva ai suoi 23 parchi nazionali 81 milioni di euro ogni anno, l'equivalente di appena 1 euro e 35 centesimi per abitante. È quanto emerge dal calcolo fatto dal Wwf nel report dal titolo "Check-up dei parchi nazionali e delle Aree marine protette", presentato a Roma. Tra le maggiori criticità evidenziate dal rapporto, oltre alla carenza di fondi, ci sarebbero la carenza di personale qualificato e di risorse disponibili per progetti di conservazione.

Carenza di fondi e personale

Secondo quanto emerge dall'indagine del Wwf, i parchi nazionali sarebbero cronicamente a corto di fondi. Oltre a questo, mancherebbero anche di personale specializzato: nell'83% dei casi non hanno geologi e veterinari, mentre nel 20% mancano di naturalisti. Oltre la metà dei parchi nazionali, ovvero 15 su 23, non avrebbero neppure presidente o direttore. Meno del 10% degli enti di gestione si sarebbero dotati di un Regolamento e solo nel 30% dei casi sarebbe stato approvato in via definitiva il Piano per il Parco. Sia le spese per i progetti di conservazione che per le attività di monitoraggio risulterebbero in media inferiori al 10% del budget per la quasi la totalità dei Parchi. Addirittura, in 9 di questi, sarebbero anche inferiori al 5%.

Soffrono le aree marine protette

A soffrire sono anche le 29 Aree marine protette del nostro Paese monitorate nell'indagine del Wwf. Queste coprono 700 chilometri di costa, ovvero lo 0,8% del totale e ricevono sette milioni di euro di fondi l'anno. Come risultato, secondo l'Organizzazione ambientalista, la condizione delle specie e degli habitat in oltre il 50% delle Aree marine protette sarebbe uguale se non peggiore rispetto all'esterno.

L'appello al governo

Alla luce dei risultati emersi dal report, il Wwf ha chiesto a governo e parlamento una revisione della legge sulle aree protette, la 394 del 1991, allo scopo di semplificare procedure che, secondo l'organizzazione, risultano farraginose. In particolare, il Wwf ha invitato a "migliorare la governance delle riserve marine, un aumento di 40 milioni dei fondi, la nomina di manager competenti e non politicizzati per gli enti e l'istituzione dei parchi nazionali sospesi" (Stelvio, Delta del Po, Gennargentu, Matese e Portofino).