Mediterraneo, scoperto il meccanismo di diffusione di un’alga aliena
AmbienteUn gruppo di ricerca, al quale ha partecipato anche l’Università di Pisa, ha osservato per la prima volta in ambiente marino la tecnica con la quale una macroalga verde di origine Indo-Pacifica colonizza i nostri mari
Modifica i fondali che colonizza in modo da garantirsi un vantaggio competitivo rispetto alle specie native. Grazie a questo meccanismo, scoperto da un gruppo di ricerca al quale ha partecipato anche l’Università di Pisa, la Caulerpa cylindracea, una macroalga verde di origine Indo-Pacifica, è riuscita a proliferare nel mar Mediterraneo. Questa specie aliena negli ultimi anni ha vissuto infatti una grande diffusione che, come spiega il professore Fabio Bulleri dell’Università di Pisa, rappresenta "un’importante minaccia per la biodiversità marina". Per questo motivo, è fondamentale capire quali siano i processi che ne agevolano la proliferazione al fine di preservare la biodiversità marina.
Meccanismo osservato per la prima volta in un ambiente marino
La scoperta è stata pubblicata sul Journal of Ecology, la rivista della British Ecological Society, ed è stata portata a termine dai ricercatori del dipartimento di Biologia dell’ateneo pisano in collaborazione con i colleghi australiani della University of New South Wales e del Sydney Institute of Marine Science e con quelli delle Università di Cagliari e Politecnica delle Marche e della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli. Per Bulleri l’importanza dello studio è dovuta anche al fatto che "questa è la prima volta che il fenomeno viene osservato in un ambiente marino". Finora, invece, le interazioni tra suolo e piante sono state ben documentate ed ampiamente riconosciute tra i processi che regolano l’insediamento di specie non native sulla terraferma, ha spiegato il professore.
Sperimentazione condotta a Capraia
La sperimentazione è stata condotta in condizioni ambientali incontaminate presso l'isola di Capraia, all’interno del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano. In questo contesto i ricercatori hanno potuto documentare la "lotta" fra la specie aliena e la pianta nativa, la Posidonia oceanica. Nello specifico gli studiosi hanno scoperto che le due alghe influenzano i fondali in modo diverso: "Nel caso della Caulerpa i sedimenti sono caratterizzati da comunità microbiche e processi metabolici che riflettono condizioni anaerobiche, mentre nel caso della Posidonia riflettono condizioni aerobiche". Inoltre lo studio dimostra che la specie aliena ha una capacità di diffusione più elevata nelle aree che ha precedentemente colonizzato. La Caulerpa, infatti, sarebbe capace di modificare le caratteristiche dei sedimenti, in modo da rendere i fondali più favorevoli alla propria proliferazione e, allo stesso tempo, impedendo l’avanzata delle specie native.