In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Morto a 46 anni Koko, il gorilla che conosceva la lingua dei segni

Ambiente
Una foto di Koko pubblicata dalla Gorilla Foundation (Facebook: The Gorilla Foundation)

Nato allo zoo San Francisco, si è spento nella sua riserva, sulle montagne californiane di Santa Cruz. Era diventato una celebrità, ambasciatore della sua specie e protagonista di documentari

Condividi:

È morto all'età di 46 anni Koko, il gorilla diventato famoso per aver imparato la lingua dei segni. Lo ha annunciato su Facebook e Twitter la Koko and The Gorilla Foundation. L'animale si sarebbe spento nel sonno mentre si trovava nella sua "casa", una riserva sulle montagne di Santa Cruz, in California.

La storia di Koko

Il gorilla era nato nel 1971 nello zoo di San Francisco. Dai tre anni in poi, è entrato a far parte di un progetto dell'Università di Stanford: la ricercatrice Francine Patterson gli ha insegnato i linguaggio dei segni. Koko è stato in grado di imparare circa 2mila "parole". E, in una serie di test, ha evidenziato un quoziente intellettivo tra i 75 e i 95 punti (la media umana è di 100). Le sue capacità gli sono valse, nel 1978 la copertina del National Geographic, in cui il gorilla veniva raffigurato mentre scattava una fotografia allo specchio.

Un'app alla memoria

L'importanza di Koko però, come sottolinea la fondazione che lo ha accudito, va oltre i segni. È stato un rappresentante del mondo animale, in grado di rivelare capacità comunicative inattese. Con il passare degli anni, Koko era diventato ormai una celebrità, protagonista di documentari e visitato da star, come Robin Williams. Cliccatissimo su YouTube è l'incontro del 2001 con l'attore. "Koko ha toccato la vita di milioni di persone – spiega la Fondazione in un comunicato - è stato l'ambasciatore di tutti i gorilla, un'icona della comunicazione e dell'empatia tra specie diverse. È stato molto amato e ci mancherà profondamente". Per onorare la sua memoria, l'organizzazione ha annunciato che proseguirà gli sforzi per la conservazione della specie in Africa e svilupperà un'app per il linguaggio dei segni, rivolta sia ai bambini che agli animali.