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Il Wwf chiede un “Accordo di Parigi" per gli oceani

Ambiente
La plastica riversata negli oceani è una minaccia per l'ecosistema marino (Getty Images)

In occasione del World Ocean Summit, il presidente dell'organizzazione ambientalista ha sottolineato "l'estrema urgenza" di un patto internazionale sull'inquinamento marino legato alla plastica - LO SPECIALE SKY "UN MARE DA SALVARE"

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I cambiamenti ambientali non riguardano solo il riscaldamento globale, ma anche la salute degli oceani; minacciata dall'acidificazione, dall'abuso delle risorse ittiche e da milioni di tonnellate di plastica che si riversano nei mari ogni anno. Per questo, il presidente del Wwf International Pavan Sukhdev, intervenuto al World Ocean Summit in Messico, ha affermato che è necessario un accordo internazionale sugli oceani che segua la falsa riga di quello di Parigi sul clima.

L'intervento

Sukhdev, in occasione dell'appuntamento internazionale tenutosi venerdì 9 marzo a Playa del Carmen (Messico), ha riassunto le maggiori sfide che per la conservazione degli oceani. Fra queste l'inquinamento derivante dalla plastica, che minaccia di contaminare il pesce destinato al consumo alimentare umano: un problema sanitario “molto serio” secondo il presidente del Wwf. “Non c'è stata sinora una Parigi per gli oceani: ne abbiamo bisogno con estrema urgenza”, ha dichiarato Sukhdev in un'intervista alla Reuters Foundation, aggiungendo che le minacce per l'ecosistema marino vanno oltre il problema della plastica. Alla contaminazione del pesce da microplastiche si aggiunge l'eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche, un fenomeno che riguarda il 90% delle aree di pesca: “Non è solo un problema ambientale, è un problema sociale di proporzioni enormi”. Questo perché, in prospettiva, le popolazioni che dipendono dal mare per il proprio sostentamento rischiano di esaurire la disponibilità di pesce.

La speranza

"Il cambiamento dell'oceano, così come il cambiamento climatico, è in corso [...] La buona notizia è che ora stiamo intervenendo", ha dichiarato l'inviato speciale dell'Onu per gli oceani Peter Thomson, "al momento, non stiamo vincendo, ma la battaglia è avviata". Circa 200 Paesi, infatti hanno firmato una proposta delle Nazioni Unite per fermare l'inquinamento da plastica, che produce 8 miliardi di tonnellate di rifiuti che vengono scaricati nei mari ogni anno. Anche l'opinione pubblica può svolgere un ruolo, ha aggiunto Sukhdev, attraverso la pressione verso le compagnie private che potrebbero intervenire per ridurre la propria impronta ambientale: “Nessuno sforzo è sprecato per creare e presentare questi messaggi alle persone affinché spingano verso le risposte giuste".