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Smog, Galletti: "Per ora nessun deferimento a Corte Ue per l'Italia"

Ambiente
Foto d'archivio (Fotogramma)

Così il ministro dell'Ambiente dopo il vertice a Bruxelles sulla qualità dell'aria: "Sforamenti ridotti dal 2000 di più del 70%, ora la Commissione valuterà il materiale portato". Il Commissario Ue ai Paesi inadempienti: "Misure nuove o ricorso alla Corte"

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L’Italia non subirà per ora “alcun deferimento" alla Corte di giustizia dell’Unione Europea per i propri livelli di smog. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti dopo il vertice convocato a Bruxelles dal commissario europeo per l'Ambiente, Karmenu Vella. Ora "dipenderà da come la Commissione valuterà il materiale", continua Galletti, ma per l'Italia è una "continuazione del dialogo" che "fino a oggi ha evitato il deferimento", con "il lavoro fatto che ha dato risultati nel miglioramento della qualità dell'aria, con sforamenti ridotti dal 2000 di più del 70%". Galletti si è detto quindi tranquillo sul monito del commissario Vella, che ha avvertito i Paesi membri inadempienti sulla qualità dell'aria di mettere subito in atto azioni per rientrare nei limiti, pena il deferimento alla Corte di giustizia dell'Unione Europea.

"Già mandata tutta la documentazione richiesta"

Galletti spiega che "i tempi" indicati dal commissario Vella dopo l'incontro sulla qualità dell'aria "sono fino a lunedì per mandare tutta la documentazione che c'è, ma noi è una cosa che abbiamo già fatto". Il ministro sottolinea che "il problema non riguarda noi ma 19 Paesi su 28 in Europa" per cui "vale la pena valutare quello che ogni Paese sta facendo". Per questo "sta ora alla Commissione Ue valutare le azioni" dei Paesi "per decidere tutti insieme cosa fare". In ogni caso, ha aggiunto, per l'Italia "io porto a vantaggio della mia tesi che la qualità dell'aria è migliorata".

Contro l'inquinamento "dall'Italia strategia forte"  

Nel corso del vertice Galletti ha presentato a sostegno della posizione dell'Italia una lunga la lista di provvedimenti: l'accordo sul Bacino padano dello scorso giugno, le linee guida sulla limitazione delle emissioni in ambito agricolo, la Strategia energetica nazionale e i target ambientali su rinnovabili, efficientamento, taglio delle emissioni, che insieme, secondo il ministro, "compongono una strategia forte" per migliorare la qualità dell'aria. Secondo Galletti, a differenza degli altri Paesi, quanto sta facendo l'Italia va "nella giusta direzione". "Oggi", ha ribadito, "abbiamo dimostrato di avere portato sul tavolo" a Bruxelles "azioni molto forti".

Il vertice a Bruxelles e la protesta di Greenpeace

Il ministro Galletti si trova a Bruxelles per un vertice ministeriale sulla qualità dell'aria convocato dal Commissario europeo per l’Ambiente Karmenu Vella. L’incontro è rivolto ai Paesi in procedura di infrazione tra cui l’Italia, destinataria anche di un ultimatum della Commissione Europea che ha chiesto al ministro dell’Ambiente aggiornamenti sulle misure pianificate dal nostro Paese in materia di inquinamento atmosferico. A Bruxelles, intanto, è andato in scena anche un blitz di Greenpeace, con gli attivisti che hanno chiesto provvedimenti contro l’inquinamento ai nove Paesi, tra cui l’Italia, convocati dall’Ue per le ripetute violazioni in materia di qualità dell’aria. "I nostri governi non hanno intrapreso le azioni necessarie a riportare l'inquinamento atmosferico entro i limiti previsti. Tutto ciò è criminale e deve essere sanzionato", ha denunciato l'organizzazione ambientalista.

Commissario Ue: "Dai Paesi membri basta rinvii o deferimento alla Corte"

Anche il commissario Vella ha commentato la riunione con i Paesi che stanno sforando i limiti sull’inquinamento atmosferico: "Non possiamo continuare a rinviare, non ci sono nuove scadenze perché gli Stati membri si mettano in regola con la qualità", ha spiegato Vella. "Le scadenze sono passate da tempo, e non possiamo permetterci altri ritardi, questo è quanto ho messo in chiaro questa mattina". Il commissario all’Ambiente ha avvertito che "senza misure nuove ed efficaci i limiti continueranno a essere superati". Da qui il monito agire, pena il deferimento alla Corte di giustizia europea: "La sola cosa che tratterrà la Commissione da andare in Corte Ue è che quanto i Paesi mettono sul tavolo permetta di raggiungere i target senza ritardi".