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Legambiente, sono 7 milioni gli italiani a rischio frane e alluvioni

Ambiente
In questa foto di novembre 2016, il fiume Po rompe gli argini e allaga cortili e strade a Moncalieri a Torino (Fotogramma)

Tante sarebbero le persone esposte a eventi come quello che ha colpito Livorno. L'Italia, secondo l’associazione ambientalista, deve fare i conti soprattutto con il problema della fragilità del suolo

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Gli italiani che ogni giorno vivono in zone a rischio di frane e alluvioni sarebbero circa sette milioni. A rilanciare l'allarme è Legambiente che, attraverso uno dei suoi ultimi dossier, sottolinea come il nostro Paese debba fare i conti, in particolare, con il problema della fragilità del suolo, tenendo conto che spesso, nelle aree potenzialmente franose, sono presenti ospedali o scuole.

La fotografia di Legambiente

Secondo l'indagine di Legambiente, l'Italia sarebbe un Paese ad elevato rischio idrogeologico. Basti pensare che 7.145 comuni, l'88% del totale, hanno almeno un'area classificata ad alto rischio. Stando all'ultimo rapporto, nel 77% dei comuni considerati ci sono abitazioni costruite in "zone rosse", nel 31% dei casi vi si trovano interni quartieri e nel 51% si trovano invece "insediamenti industriali". Spesso, nelle zone potenzialmente franose, sono presenti anche scuole e ospedali. "Quella di Livorno - racconta la presidente di Legambiente Rossella Muroni – è una tragedia annunciata. Ci sono 7 milioni di persone che vivono in aree a rischio e le nostre città sono sempre più esposte ai cambiamenti climatici". Secondo la Muroni, sarebbe necessario un nuovo approccio che preveda anche una corretta pianificazione degli spazi verdi.

 

I danni causati da frane e alluvioni

Il dossier di Legambiente evidenzia che dal 2010 a maggio 2017, in 126 comuni italiani si sono registrati impatti rilevanti con 242 fenomeni meteo che hanno provocato danni al territorio e causato conseguenze alla salute dei cittadini. In particolare, sono stati 52 i casi di allagamenti dovute alle piogge intense, 98 i casi di danni alle infrastrutture, con 56 giorni di stop a metropolitane e treni urbani nelle principali città italiane. Dai dati del Cnr emerge anche un elevato tributo pagato in termine di vite umane: dal 2010 al 2016 sono oltre 145 le persone che hanno perso la vita a causa di inondazioni, più di 40mila invece quelle evacuate. Secondo la presidente di Legambiente, una via possibile per porre un freno a questa emergenza è fermare il consumo del suolo, programmare azioni di adattamento ai mutamenti climatici e sensibilizzare la popolazione ad una cultura di convivenza con il rischio. "Sembra assurdo doverne riparlare ogni volta che accade una disgrazia – ha osservato la Muroni - ma purtroppo ancora oggi manca una seria politica di riduzione del rischio, nonostante si sia cominciato a destinare risorse per far partire interventi prioritari di messa in sicurezza, l'avvio di una politica di prevenzione complessiva stenta a decollare". Questi temi, sottolinea la presidente, dovrebbero diventare centrali, insieme con quello della prevenzione.