Polo Nord, il riscaldamento globale apre la rotta artica
AmbienteUna nave russa ha viaggiato dalla Norvegia alla Corea del Sud in 22 giorni. Un record dovuto alla possibilità di attraversare zone fino a ora inaccessibili
Per la prima volta nella storia moderna una nave cargo russa ha attraversato la rotta del nord, dalla Norvegia alla Sud Corea. Lo ha fatto a una velocità record e senza l'ausilio di una rompighiaccio. Una svolta nel mondo della navigazione, ma anche un ulteriore indice del riscaldamento globale in atto: il cambiamento climatico rende infatti percorribili ampie zone del mare Artico, ormai sempre più sgombro di ghiacchio.
Passaggio tra i ghiacci
La nave Christophe de Margerie trasportava gas naturale liquefatto. È partita da Hammerfest, in Norvegia, per arrivare a Boryeong, in Sud Corea, 22 giorni dopo. Un record di velocità, perché l'alternativa (cioè il passaggio al largo della Spagna e poi attraverso il Canale di Suez) richiede di solito il 30% di tempo in più. In sostanza, la nave ha fatto da apripista a una nuova rotta, che dovrebbe consentire di risparmare giorni di viaggio, e quindi denaro, sfruttando il varco vicino alla penisola russa di Yamal, affacciata sull'artico e sede di una delle maggiori riserve di gas al mondo.
Il viaggio della Christophe de Margerie
La nave non è una cargo ordinaria: ha una "corazza" che la rende simile alle rompighiaccio, ma molto più leggera e autonoma, con una capacità di rompere strati da 1,2 metri, molto meno spessi di quanto si incontrava fino a qualche anno fa a queste latitudini. "È eccezionale – ha affermato Bill Spears, portavoce di Sovcomflot, la società proprietaria della Christophe de Margerie - che una nave riesca a percorrere questa rotta così velocemente e che possa farlo senza l'ausilio di una rompighiaccio e durante tutto l'anno". A conferma delle proporzioni del riscaldamento in atto nell'Artico, infatti, c'è la possibilità di percorrere la rotta anche durante l'inverno.
Il cortocircuito del clima
Se le società mercantili esultano, gli ambientalisti lanciano l'allarme. La preoccupazione è legata non solo a quello che l'apertura della rotta rappresenta (un inedito scioglimento dei ghiacciai a latitudini estreme), ma anche a una possibile intensificazione del traffico che impatterebbe in modo negativo su un ecosistema fragile come quello artico. La Christophe de Margerie è infatti solo la prima di 15 navi in grado di viaggiare lungo queste rotte, in un viavai destinato a crescere in modo massiccio a partire dal 2020. Con un risvolto che l'oceanografo Simon Boxall, intervistato dal Guardian, ha definito "ironico". Perché una conseguenza del cambiamento climatico porterà probabilmente a un minore utilizzo di carburante per viaggiare dall'Atlantico al Pacifico.