Lo sbiancamento globale dei coralli si avvia alla fine
Ambiente
Lo sostiene l'Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica (Noaa) che precisa come, in alcune zone marine, le alte temperature che causano il fenomeno potrebbero rimanere oltre il livello d'allarme
Lo sbiancamento globale dei coralli si sta avviando alla sua fase terminale. Ad annunciarlo è stata l'Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica (Noaa) che ha precisato però che il rischio di alte temperature può ancora gravare su diverse aree marittime del mondo.
I dati satellitari
L'annuncio della Noaa è arrivato dopo una lunga fase di ricerca, che ha permesso agli scienziati di appurare (grazie ai nuovi dati satellitari) un graduale stop del riscaldamento delle acque che durava dal 2015, il più lungo periodo dagli anni Ottanta per quel che riguarda il fenomeno. Le ultime previsioni mostrano che lo sbiancamento diffuso dei coralli non è più in fase attiva in tutti e tre i bacini oceanici: quello Atlantico, il Pacifico e l'Indiano. Un'interruzione, dicono gli scienziati, che pemette di parlare di fine del fenomeno anche se, per la conferma, si aspettano i risultati del monitoraggio delle temperature delle acque che verrà attuato nei prossimi sei mesi. L'agenzia dipendente dal ministero del Commercio, aveva dichiarato l'inizio della terza fase dello sbiancamento globale dei coralli nel 2015 quando l'innalzamento delle temperature aveva portato il 70% degli esemplari in tutto il pianeta a perdere il loro caratteristico colore. Il fenomeno aveva colpito particolarmente i mari della Florida, delle Hawaii, del Commonwealth, delle Isole Marianne e del Guam.
Lo sbiancamento dei coralli
Il fenomeno del cosiddetto sbiancamento viene provocato dall'innalzamento della temperatura dei mari, che forza i coralli a espellere l'alga vitale che conferisce loro il caratteristico colore. L'ondata di "sbiancamento globale" che sta arrivando al termine è la terza mai registrata dall'uomo. Iniziata nel Pacifico settentrionale nell'estate 2014, i suoi effetti più importanti risalgono al 2015 per effetto dell'intensificazione di El Niño (un fenomeno di riscaldamento delle acque). Il primo evento di sbiancamento dei coralli è invece rintracciabile nel 1998, anche questo provocato da un Niño molto forte seguito da un'altrettanta intensa Niña (fenomeno di raffreddamento delle acque). Il secondo episodio mai registrato fu nel 2010. Per Jennifer Koss, direttrice del NOAA Coral Reef Conservation Program, "nel mondo vengono adottate molte misure per rendere più resilienti gli ecosistemi della barriera corallina". "Stiamo riducendo le minacce locali al corallo – ha concluso la scienziata - e stiamo esaminando metodi innovativi per aumentare le popolazioni di coralli e le specie che sono più resistenti alle alte temperature oceaniche e alle acque acidificate".