Eutanasia: 6 proposte di legge, ma il dibattito è fermo da un anno

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Un frame del video in cui Dj Fabo chiede di morire

Cinque sono d'iniziativa parlamentare, una d'iniziativa popolare firmata da oltre 67mila cittadini. Nel marzo 2016 se n'è discusso in una seduta di 35 minuti nelle Commissioni riunite II e XII di Montecitorio, poi più nulla. E anche l'esame del ddl sul biotestamento continua a slittare

Eutanasia e biotestamento, argomenti di cui si è tornati a parlare per il caso Dj Fabo, sono temi che in Parlamento procedono a rilento. 


Eutanasia e biotestamento - Il dibattito sulle “Norme in materia di eutanasia” è stato avviato, per la prima volta nella storia del Parlamento italiano, il 3 marzo 2016. Incardinato nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari sociali della Camera, è rimasto fermo lì da allora.

Sembra procedere più spedita, invece, l'approvazione del ddl sulle "Disposizioni anticipate di trattamento", o biotestamento: ha avuto il primo via libera dalla Commissione Affari sociali della Camera il 17 febbraio e dovrebbe approdare in Aula, dopo numerosi rinvii, non prima di lunedì 6 marzo. Il testo unificato che introduce i Dat, le dichiarazioni anticipate di trattamento, si propone di regolare un aspetto del fine-vita che riguarda le proprie volontà circa le cure mediche e i trattamenti in caso di malattia o incidenti gravi. Prevede anche che il paziente possa rifiutare la nutrizione e l'idratazione artificiale.

Contro alcune norme contenute nel testo base sul Biotestamento è schierata l'area cattolica della maggioranza, con i deputati di Ap in testa, e la Lega. Sono proprio loro ad equiparare alcuni aspetti del biotestamento ad una forma di eutanasia. A favore del provvedimento, invece, Pd, M5S e Sinistra italiana.

 

Sei proposte di legge sull’eutanasia - Diversa la situazione che riguarda le sei proposte di legge sull'eutanasia, che dovrebbero costituire un futuro testo unificato. Cinque di queste proposte sono d'iniziativa parlamentare, a prima firma Bechis (Misto - Alternativa libera), Di Salvo (Pd), Marzano (Misto), Mucci (Misto) e Nicchi (SI-SEL). A queste si aggiunge la proposta di legge di iniziativa popolare depositata da oltre 67mila cittadini attraverso l'Associazione Luca Coscioni il 13 settembre 2013.


La proposta d’iniziativa popolare - A far discutere è stata soprattutto quest'ultima proposta. Prevede che per avere diritto all'eutanasia la richiesta provenga da un paziente maggiorenne, affetto da una malattia inguaribile che provoca gravi sofferenze, che non si trovi in stato di incapacità di intendere e di volere. Inoltre, prevede che il trattamento eutanasico debba comunque rispettare la dignità e non provocare sofferenze fisiche. La richiesta, poi, deve essere attuale e accertata, i parenti del paziente devono esserne informati.

 

Gli italiani vogliono una legislazione sull’eutanasia - I dati dell'Eurispes contenuti nel Rapporto Italia 2016 mostrano come il 60 per cento degli italiani (+4,8% rispetto al 2015) sia favorevole a una legislazione sull'eutanasia. Quanto ai medici, quelli favorevoli (42%) alla “dolce morte” superano i contrari (34%), secondo il Medscape Ethics Report 2014.

 

Esame fermo da un anno - Eppure, dopo una seduta nel 2016 di 35 minuti nelle Commissioni riunite II e XII di Montecitorio, in cui hanno preso la parola i relatori Daniele Farina (SI-SEL) e Salvatore Capone (PD), il dibattito sull'eutanasia è stato rimandato a data ancora da decidere ed è fermo da un anno. Di fatto, per lasciare spazio al tema del biotestamento, su cui l'accordo sembrava essere più facile ma in realtà tarda ad arrivare. Il testo sulle “Disposizioni anticipate di trattamento” approvato il 17 febbraio prevede che per depositare le proprie disposizioni sul fine vita ci si dovrà rivolgere a un notaio o pubblico ufficiale, ma sarà possibile farlo anche davanti a un medico del Servizio sanitario nazionale. Le volontà sono sempre revocabili e ognuno potrà disporre il rifiuto dei trattamenti sanitari, incluse la nutrizione e l'idratazione artificiali.

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