A essere chiamati in causa, per il reato di omicidio colposo, erano due radiologi che secondo l'impostazione originaria dell'accusa non si accorsero di una microfrattura al rachide cervicale determinante per la successiva condizione di infermità della paziente
Sono stati assolti dal tribunale di Torino i due medici processati per il caso di Marisa Amato, la donna morta 19 mesi dopo essere stata travolta e gravemente ferita, il 3 giugno 2017, dalla folla in fuga da Piazza San Carlo durante la proiezione su maxischermo della finale di Champions League Juventus-Real Madrid. (LA SENTENZA)
La vicenda
A essere chiamati in causa, per il reato di omicidio colposo, erano due radiologi che secondo l'impostazione originaria dell'accusa non si accorsero di una microfrattura al rachide cervicale determinante per la successiva condizione di infermità della paziente. Le difese hanno sostenuto che entrambi svolsero correttamente il loro lavoro. E, appunto, i medici, Augusto Russo, radiologo di guardia all'ospedale Molinette, e Andrea Rusciano, in servizio al Maria Vittoria,sono stati assolti "perché il fatto non costituisce reato".
La difesa
La sera del 3 giugno 2017 una serie di ondate di panico tra la folla presente in piazza San Carlo provocarono circa 1.600 feriti. Uno dei responsabili del servizio di pronto soccorso delle Molinette, al processo, spiegò che quella sera erano stati attivati i protocolli di emergenza che pero' , dato l'enorme afflusso di persone, erano stati "travolti quasi subito". Russo disse che in poche ore dovette occuparsi di 63 pazienti e che, per quel che riguarda Amato, il lavoro comportò l'esame di un cd contenente circa tremila immagini e richiese circa 45 minuti. La donna presentava numerose fratture che avevano determinato problemi polmonari e cardiaci. Gli specialisti interpellati nel corso dell'indagine riconobbero che la piccola lesione al rachide cervicale era difficile da rilevare.
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