Nba, playoff: chi è Danilo Gallinari, il cestista italiano leader dei Clippers

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Gallinari con la sua maglia Clippers numero 8 (Getty Images)
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L'azzurro è diventato il punto di riferimento della franchigia e si gode uno dei più grandi successi della carriera. Un nuovo inizio per il Gallo?

A trent'anni, Danilo Gallinari sta vivendo la migliore stagione della sua carriera. Lo dicono i numeri, ma anche molto altro: 19,8 punti, 6 rimbalzi e 2,5 assist a partita. Con il 46,3% di realizzazioni da due e il 43,8% da oltre l'arco. E soprattutto un ruolo da leader indiscusso nei Los Angeles Clippers, che hanno appena ottenuto l'ingresso ai playoff. Godendo anche un po' per il fallimento dei Lakers (anche se questo non lo ammetteranno mai).

La rinascita a Los Angeles

L'accesso di Gallinari ai playoff non era scontato. Perché "Il Gallo" – tra infortuni e scelte dei Clippers – sembrava essersi messo alle spalle la migliore versione di sé. Non è più un ragazzino, ha più di dieci anni di Nba nelle ginocchia e ai playoff ci era arrivato solo altre due volte, quando giocava a Denver. In più i Clippers sembravano in fase di smobilitazione. Quando è arrivato a Los Angeles – nell'estate del 2017 – la franchigia sembrava pronta al grande salto: si parlava di "Big 3", perché accanto al talento italiano c'erano un centro dominante come DeAndre Jordan e la prima scelta assoluta del draft 2009 Blake Griffin. Tre moschettieri governati da un allenatore che sa come si vince un anello, Doc Rivers. A vincere i Clippers non ci arrivano neppure vicini. E così se ne vanno prima Griffin (direzione Detroit) e poi Jordan (verso New York). Gallinari si ritrova, volente o nolente, leader. E il ruolo, come già aveva dimostrato a Denver, non gli dispiace affatto. Dopo la vittoria contro Minnesota (in cui il Gallo ne infila 25) che ufficializza l'ingresso ai playoff, Rivers entra negli spogliatoi, lascia all'italiano l'onore di stappare lo champagne e si cava dalla gola qualche parola che non gli era andata giù: "Ci davano solo 33 vittorie", che in Nba vuol dire bassofondo di conference. Invece "siamo nei dannati playoff. E questo è solo l'inizio". Nei due precedenti, Gallinari si è sempre fermato ai primo turno. Migliorarsi non sarà semplice, perché è molto probabile che si ritroverà difronte i primi della classe a Ovest: Warriors o Nuggets.

Dai fischi agli elogi

Intanto però Gallinari si gode una delle più grandi soddisfazioni della carriera. Ha dovuto guadagnarsi la stima dell'universo Nba a spallate. Figlio di Vittorio Gallinari, ex giocatore di Olimpia Milano e Virtus Bologna, Danilo ha tutto per sfondare. Mani educatissime e stazza: è alto 208 centimetri per 102 chilogrammi. Nel 2008, a vent'anni, viene eletto miglior giocatore del campionato italiano ed è riconosciuto universalmente come uno dei più brillanti prospetti europei. Quando però i New York Knicks lo indicano alla sesta scelta del draft, partono i fischi: è l'unico non statunitense nelle prime 19 chiamate. I problemi alla schiena condizionano la sua prima stagione. Nel 2011 si trasferisce a Denver, dove rimarrà fino al 2017. Nell'aprile 2013, la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro lo costringe a saltare il resto della stagione, condizionando anche quella successiva. I fischi del draft, però, sono ormai lontani. Gallinari è un'ala di sicuro affidamento, che riceve attestati di stima – tra gli altri – da Kobe Bryant e Steph Curry.

Il colpo di testa del bravo ragazzo

Insieme a Marco Belinelli, Gallinari è stato fino a ora l'unico cestista azzurro a costruire una solida carriera ultradecennale negli Stati Uniti. In più il Gallo sembra essere il prototipo del bravo ragazzo: non a caso, un video che gli dedicano i Clippers s'intitola "Genuino". Gallinari fa parlare di sé solo quando è sul parquet e spende il proprio nome – oltre che con gli sponsor – per alcune iniziative benefiche. Ha regalato un campo da basket al paese dov'è cresciuto, Graffignana, in provincia di Lodi. E con il progetto "We PlayGround Together" ha riqualificato tre campetti da basket di Milano. Il Gallo tiene ben protetta la propria vita privata e non si hanno notizie di suoi colpi di testa. Anzi, a dire il vero uno c'è. E gli è costato caro. Luglio 2017: l'Italia sta preparando gli Europei di basket 2017. Durante un'amichevole contro l'Olanda, Gallinari non gradisce il gomito alto di Jito Kok e reagisce con un cazzotto in faccia. Squalifica, scuse e frattura del primo metacarpo della mano destra. Europei addio e inizio della stagione Nba, la prima con i Clippers, in salita. Sarà un'annata disgraziata, tra acciacchi e una nuova frattura alla mano. Adesso però, con quella stessa mano ha potuto stappare la bottiglia dei playoff. È, come dice Doc Rivers, "solo l'inizio" anche per il Gallo?

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