4 Ristoranti, Borghese a Milano per la carne alla griglia perfetta

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Nella settima puntata in onda su Sky Uno martedì 10 gennaio alle 21.15 del suo cooking show lo chef giramondo prova i migliori ristoranti di carne della città

Milano si fa un vanto della sua caratura internazionale, testimoniata anche dalla varietà dei suoi ristoranti, ma Alessandro Borghese tra sushi-bar e pizzerie napoletane, tra hamburgerie gourmet e ristoranti vegani, è alla ricerca della migliore carne alla griglia della città. Lo chef giramondo nella settima puntata di 4 Ristoranti, in onda martedì 10 gennaio alle 21.15 su Sky Uno sfida quattro locali del centro della metropoli lombarda, armato di un buon coltello e di un appetito ancora migliore.

A ognuno la sua carne alla griglia

È vero, i piatti di carne della tradizione meneghina sono bolliti o al massimo rosolati a fuoco lento: ci sono “l’ossobuco alla milanese”, lo stinco di vitello cotto nel soffritto di cipolle e vino bianco; la “Cassoeula”, stufato di maiale e verza di origine contadina e il lesso di pollo accompagnato dal brodo. Ai milanesi di oggi però piace sempre di più la carne arrostita e i ristoranti di Milano devono lavorare d’ingegno per distinguersi dalla massa: i quattro ristoratori che incontra Alessandro Borghese hanno infatti puntato sull’originalità dei loro piatti, mettendo sulla brace carni molto diverse fra loro per origine e consistenza.

Kobe, Sashimi e Pastrami

Il tour di 4 Ristoranti comincia alla “Griglia di Varrone”, dove il proprietario Massimo Minutelli ha allestito una griglia a vista alimentata con legno di quercia e propone carni pregiate e ricette particolari in arrivo da tutto il mondo. Oltre alle “entrañas”, tagli di diaframma grondanti di sangue molto apprezzati in città, si può assaggiare il “Sashimi” di vitella: fettine sottilissime di carne a crudo, per una ricetta molto utilizzata anche nei ristoranti di pesce giapponesi. Ma anche il “Pastrami", che in origine era un metodo di conservazione della carne e con il tempo si è trasformato in un piatto tipico rumeno popolarissimo negli Stati Uniti. Alla “Muu House”, invece, lo chef Francesco Grossi è toscano e la fiorentina di chianina è una religione. Ma poi, accanto al Black Angus italiano, c’è l’entrecôte di “Kobe” giapponese, una varietà di manzo talmente tenera che la leggenda vuole che gli imperatori nipponici facessero massaggiare i bovini dai loro servi per preservarne la morbidezza.

Il filetto che non t’aspetti

E se dovesse stufarsi del manzo, ad Alessandro Borghese basterà fare un salto in zona Brera, al ristorante “La Filetteria Italiana”. Il suo giovane proprietario, Edoardo Maggiori, punta forte sul mono-prodotto e quando si parla di filetto non teme rivali. Dalla carne di zebra e cammello, fino a quella di renna e canguro, a “La Filetteria Italiana” si griglia di tutto con cuochi specializzati che conoscono i segreti di cottura di ogni animale. È difficile scegliere fra una cena così esotica e l’”asado” del ristorante “San Telmo”, che fa rivivere a Milano la robusta tradizione della carne arrostita Argentina, Paese rinomato per la qualità dei tagli di carne che esporta in tutto il mondo. Dopo una bavetta di manzo e una “Bife de chorizo” c'è spazio anche per i dolci, con cheesecake e crepe a base di “dulce de leche”, una dolcissima crema cilena usata nei dessert. Per assaggiare un po’ di Sud-America restando comodamente seduti a Milano.  

 

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