Non Ci Resta che il Crimine, tutto quello che c'è da sapere sulla serie tv Sky Original

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Dalla fortunata trilogia cinematografica alla serie tv: torna la sgangherata banda di amici per una nuova storia a cavallo fra passato e presente. Una produzione Sky Studios e Italian International Film. Prodotta da Fulvio, Federica e Paola Lucisano. Regia di Massimiliano Bruno e Alessio Maria Federici. Protagonisti Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli, Massimiliano Bruno, Maurizio Lastrico. Dall’1 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW

Dalla fortunata trilogia cinematografica alla serie TV: con una nuova storia in 6 episodi a cavallo fra passato e presente, torna la sgangherata banda di Non Ci Resta Che Il Criminela saga di Massimiliano Bruno sui viaggi nel tempo, dall’1 dicembre in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW.

 

Non Ci Resta Che Il Crimine – La Serie andrà con due nuovi episodi a settimana tutti i venerdì in prima serata su Sky Serie, oltre a essere disponibile on demand in 4K HDR (per i clienti Extra anche nella sezione on demand Primissime).

 

Una produzione Sky Studios e Italian International Film prodotta da Fulvio, Federica e Paola Lucisano, la serie vedrà tornare i protagonisti della trilogia Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno, quest’ultimo di nuovo dietro la macchina da presa stavolta affiancato da Alessio Maria Federici. A loro si aggiunge, fra gli altri, Maurizio Lastrico con un ruolo del tutto nuovo, quello di Duccio Casati, ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco.

 

Dopo il viaggio cinematografico indietro nel tempo fino agli anni ‘80, in cui a Roma prosperava la Banda della Magliana, e poi quello nell’Italia fascista degli anni ‘40, la nuova serie Sky Original inizia subito dopo gli eventi dell’ultimo film e trasporterà l’affiatatissima banda di protagonisti negli anni ’70, fra gli ambienti della sinistra giovanile e delle contestazioni studentesche e quelli della destra eversiva del Golpe Borghese.

Il cast

Accanto a Giallini, Morelli, Tognazzi, Bruno e Lastrico, nel cast anche Liliana Fiorelli (Bentornato Presidente!L’avvocato MalinconicoSiccità, I migliori giorni) nei panni di Marisa, l’assistente di Gianfranco; Grace Ambrose (Il primo NataleCompromessi sposiIl paradiso delle signore) in quelli di Linda Valori, la madre di Giuseppe nel passato; Kabir Tavani (Ricchi di fantasia, Il nostro generale, Puck) che interpreta Sergio Brana, giovane membro del collettivo comunista che ospiterà i protagonisti nel 1970; Sara Baccarini (La cena perfettaBeata IgnoranzaI migliori giorni), che nella serie sarà Matilde, anche lei membro del collettivo comunista che si avvicinerà molto al cinico Moreno, il personaggio interpretato da Marco Giallini; e ancora, Daniela Virgilio (Romanzo criminale – La serieTapirulànThird person) nei panni di Daniela Colagi, influente vedova di un personaggio di spicco della politica di quegli anni, e Claudio Corinaldesi (Per ElisaSmetto quando voglio – ReloadedVostro OnoreBang Bang Baby) in quelli di Nunzio Petrucci, capo della milizia squadrista e braccio destro di Junio Valerio Borghese.

Non Ci Resta Che Il Crimine – La Serie è scritta da Massimiliano Bruno, Andrea Bassi, Gianluca Bernardini, Herbert Simone Paragnani.

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SINOSSI

Moreno (Giallini), Giuseppe (Tognazzi) e Claudio (Morelli) si trovano di nuovo riuniti, stavolta per un’avventura nel 1970. Dopo aver scoperto di essere stato adottato, Giuseppe decide di cercare la sua vera madre, incurante degli avvertimenti del loro amico e scienziato Gianfranco (Bruno): se si cambia il passato cambia anche il presente. Giuseppe riesce a incontrarla a un happening a casa di Duccio Casati (Lastrico), un ricco borghese dalle idee progressiste che ha preso a cuore la causa dei ragazzi del movimento studentesco. Ma l’emozione che travolge Giuseppe nel ritrovare Linda gli fa commettere un grave errore: salvandola da un attentato con l’aiuto dei suoi amici, finisce per modificare il passato, e quindi anche il presente: ora l’Italia di oggi è diventata una dittatura fascista, e bisognerà tornare di nuovo indietro per rimettere le cose a posto… a costo di infiltrarsi nelle maglie del Golpe Borghese!

I PERSONAGGI

MORENO (Marco Giallini)

Moreno è da sempre il più cinico dei protagonisti della saga, il più disilluso e il più attaccato ai beni materiali. Con la battuta al vetriolo che chiude ogni discorso, è la rappresentazione qualunquista che però, per la maggior parte delle volte, ci azzecca. Quasi ossessionato dall’idea di “svoltare”, Moreno si getta a capofitto in epoche che non capisce e non vuole conoscere alla ricerca del piano perfetto per arricchirsi. Distaccato e apparentemente freddo, nutre però affetto sincero nei confronti della “banda”, che considera un po’ come una seconda famiglia. In questa nuova avventura nel 1970, però, il suo cinismo verrà messo a dura prova, e la prova si chiama Matilde…

GIUSEPPE (Gian Marco Tognazzi)

Commercialista insoddisfatto, sfegatato tifoso della Roma, Giuseppe è un po’ il “cuore” del trio, uno che non si è mai tirato indietro davanti alle sfide che le varie epoche gli hanno messo di fronte. Questa volta però la sfida riguarda lui stesso: dopo aver scoperto di essere stato adottato, decide di tornare nel 1970 per incontrare sua madre e scoprire il motivo di quell’abbandono. Infiltrandosi tra la variegata umanità dell’epoca, tra fricchettoni e estremisti di sinistra, l’incontro con Linda e il piccolo Govinda (cioè sé stesso) riempirà la sua vita portandolo a diventare un vero eroe pronto a tutto pur di proteggere la famiglia che ha appena scoperto di avere.

CLAUDIO (Giampaolo Morelli)

Insegnante precario con velleità artistiche continuamente frustrate, Claudio sembra finalmente aver trovato la quadra: promesso sposo di una ereditiera del mondo editoriale, ha appena pubblicato un libro col quale spera (inutilmente) di scalare le classifiche. Quando si ritrova nel 1970 si illude di aver trovato il suo posto nel mondo, al tavolo con Moravia e Flaiano. Ma quando si accorge di essere soltanto uno zimbello per quel mondo intellettuale che tanto ha sognato di raggiungere, la sua frustrazione monta. Sarà per questo che, da infiltrato nella destra eversiva, inizia a prenderci gusto…

GIANFRANCO (Massimiliano Bruno)

Lo scienziato del gruppo, l’unico a conoscere il funzionamento dei portali temporali e a far sì che i nostri tornino ogni volta a casa sani e salvi. Stavolta però si trova protagonista di un vero e proprio incubo spazio-temporale: a causa delle azioni nel passato dei nostri, l’Italia è diventata una dittatura, e la sua assistente, Marisa, una spietata agente governativa. Non sarà facile scappare al governo occhiuto e lottare per far tornare tutto sull’asse giusto, ma Gianfranco dimostrerà di resistere bene sia alle torture fisiche che a quelle morali: nella nuova Italia Trapattoni non ha mai allenato...

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NOTE DI PRODUZIONE - SKY STUDIOS (NILS HARTMANN, EXECUTIVE VICE PRESIDENT SKY STUDIOS PER L’ITALIA)

Dopo la fortunata trilogia del Crimine generata dalla brillante mente creativa di Massimiliano Bruno, torna la sgangherata banda composta da Marco Giallini, Gian Marco Tognazzi, Giampaolo Morelli e Massimiliano Bruno per un’avventura tra passato e presente che si sviluppa questa volta nel formato seriale, diretta da Bruno stesso e da Alessio Maria Federici. La serie è una commedia action che ci trascina negli anni 70’, tra movimenti studenteschi di contestazione, il consolidamento del femminismo, il flower power del movimento hippie e il fermento sociale fresco dei movimenti politici del ‘68, dove i nostri eroi si troveranno a sventare un golpe di esponenti di estrema destra: il Golpe Borghese. Quando con Sky Studios ho deciso di realizzare questa serie, insieme a Paola e Federica Lucisano di IIF, l’ho fatto con la certezza che avesse tutti gli ingredienti (fantascienza, storia, viaggi nel tempo, commedia) per poter appassionare il pubblico, sia quello che aveva amato i film, sia un pubblico più ampio ancora. E questo grazie non solo alla scrittura e alla regia di Max Bruno, ma anche grazie alla forza del quartetto di attori protagonisti, composto da grandi professionisti di grande talento, molto amati dal nostro pubblico, con una complicità travolgente, maturata nei tanti anni di lavoro insieme. Nel cast anche un inedito Maurizio Lastrico, nei panni di un ricco borghese dalle idee progressiste, attore che il nostro pubblico ha molto amato in Call My Agent – Italia e che con grande piacere abbiamo coinvolto in questo progetto. Quindi non mi resta che augurarvi di immergervi con noi in questo viaggio spazio-temporale, lasciando da parte ogni pensiero, e semplicemente divertendovi!

NOTE DI PRODUZIONE – ITALIAN INTERNATIONAL FILM (PAOLA LUCISANO, CONSIGLIERE DELEGATO E HEAD OF TV PRODUCTION, ITALIAN INTERNATIONAL FILM (GRUPPO LUCISANO)

Dopo la fortunata trilogia cinematografica di Non Ci Resta Che il Crimine, abbiamo colto l’occasione per sviluppare, attraverso una serie TV, l’enorme potenziale narrativo del concept. Il viaggio nel tempo ha sempre affascinato autori e spettatori, perché porta in sé tematiche forti restando, nel nostro caso, una grande macchina comica. Tra equivoci e paradossi, stavolta i viaggiatori – interpretati da beniamini del pubblico - sono ancora più inconsapevoli, malandrini e furbetti, in una miscela fantastica che ci ha dato, nei tre film, molte soddisfazioni. Con il formato seriale abbiamo avuto l’opportunità di scavare più a fondo nei nostri personaggi, rendendoli più empatici e tridimensionali, grazie ad una scrittura più approfondita, a degli attori bravissimi, il tutto supervisionato dalla maestria di Massimiliano Bruno a cui si affianca nella regia di questa nuova avventura tv Alessio Maria Federici. Non ci resta dunque che… attendere la serie su Sky.

NOTE DI REGIA (MASSIMILIANO BRUNO E ALESSIO MARIA FEDERICI, REGISTI)

Nella serie di Non Ci Resta Che Il Crimine affrontiamo i fantomatici anni ‘70. Per questo abbiamo deciso di fare un lavoro minuzioso di scenografia, costumi, fotografia e tutto ciò che concerne il racconto di quegli anni.

Lo script ci garantiva una ricostruzione certosina del periodo storico e le scelte di regia dovevano coadiuvare e, se possibile, amplificare l’impatto dei nostri eroi nel periodo psichedelico. Rispetto ai tre film della saga abbiamo cambiato l’approccio sulle inquadrature. Abbiamo scelto di non usare più zoom decisi e dettagli, ma ci siamo avvalsi della tecnologia del Trinity che riusciva a darci più possibilità di raccontare i personaggi e di restare dentro le emozioni dei protagonisti.

La recitazione di Giallini, Tognazzi e Morelli ha mantenuto il tono della commedia cercando di premere sull’ acceleratore nei momenti più evidenti di comicità, ma allo stesso tempo di far arrivare ai giorni nostri le tematiche scottanti del Golpe Borghese e del nuovo regime distopico.

Importante in montaggio è poi stato l’apporto di Luciana Pandolfelli, con cui abbiamo lavorato su ritmo serrato e colpi di scena. Le scelte musicali sono state dettate in parte dal periodo storico e in parte dall’esigenza del racconto. Ma brani storici come “Venus” o “In a Gadda da Vida” ci hanno garantito un sound adeguato al racconto. La sfida era raccontare il sapore dei conflitti tra studenti attivisti politici di sinistra e la parte più volitiva della destra nostalgica del ventennio.

Girare la serie con divertimento e attenzione ai particolari ha fatto in modo che questi sei episodi di commedia fantasy siano pieni di trovate e intuizioni che raccontano al meglio l’intreccio complicato e originale. Ancora una volta abbiamo affrontato un periodo storico difficile con l’intenzione non velata di farne metafora dei tempi che stiamo vivendo.

NOTE DEGLI AUTORI DEL SOGGETTO DI SERIE (MASSIMILIANO BRUNO, ANDREA BASSI E GIANLUCA BERNARDINI)

Lo sviluppo della storia parte da un’idea di Massimiliano Bruno: Giuseppe, il più fragile tra i tre protagonisti, scopre di essere stato adottato e decide di tornare indietro nel passato per scoprire l’identità dei genitori biologici. Questo spunto ci ha permesso di dare ai nostri personaggi una motivazione diversa rispetto a quella dei film, incentrata più prosaicamente sulla ricerca della “svolta” economica, indagando i loro caratteri su un piano più emotivo, caldo, esistenziale. E poi avremmo avuto la possibilità di trascinare la nostra banda di amici nel 1970, cioè nel mezzo di un periodo eccitante, estremo e pericoloso, all’apice dei movimenti politici scatenati dal ‘68.

Abbiamo subito pensato di farli interagire con un evento simbolico di quegli anni così irrequieti e conflittuali: il fallito golpe Borghese. Un avvenimento storico un po’ dimenticato, al contempo inquietante e ridicolo. Adottando un dispositivo narrativo caro alle nostre storie di fantascienza preferite, abbiamo provato a immaginare cosa sarebbe successo se Moreno, Giuseppe e Claudio avessero inconsapevolmente modificato il corso della Storia, permettendo la riuscita di quello scellerato colpo di Stato…

Una scena in particolare che ci siamo divertiti a scrivere è quella in cui Claudio, che ha una grande smania di accreditarsi come scrittore e pensatore, ma che dispone di scarso talento, cerca di introdursi nella cerchia degli intellettuali che all’epoca si ritrovavano al bar Rosati in piazza del Popolo. Parliamo di persone del calibro di Moravia e Flaiano, a cui Claudio propone come sue alcune idee rubate del futuro. I suoi idoli intellettuali, da lui sempre rimpianti e messi a paragone con quella che lui reputa la povertà culturale del presente, si rivelano dei volponi cinici e sarcastici. Che si divertono a prenderlo in giro, bocciando il capolavoro postmoderno di Umberto Eco, “Il nome della Rosa”, come un pacchiano intreccio poliziesco, appesantito da stravaganti fantasie filosofiche. È stato certamente il nostro modo di omaggiare quella straordinaria generazione di intellettuali, a cui tutti guardiamo e dobbiamo molto.

FOTOGRAFIA (MARCO PIERONI, DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA)

Lavorare con Massimiliano Bruno e con Alessio Maria Federici è stata un'esperienza molto interessante ed intensa. In questa serie le epoche che dovevo raccontare fotograficamente andavano dagli anni Settanta ai giorni nostri per poi catapultarsi in un teorico periodo distopico. È stato molto divertente spaziare così tanto visivamente, ma ho dovuto lavorare con un complesso ordine di proiettori, incandescenze e leds che differivano tantissimo tra loro. Sia la regia che la produzione mi hanno dato carta bianca e la possibilità di poter ordinare il necessario così da farne uso in totale libertà. E vi assicuro che non capita così spesso. Sono molto riconoscente nei loro confronti e spero di aver fatto un bel lavoro. Ringrazio inoltre di cuore i miei stretti collaboratori per la loro infinita pazienza e l'affetto quotidiano che ricevevo.

COLONNA SONORA (MAURIZIO FILARDO, AUTORE DELLE MUSICHE)

La serie si svolge negli anni ‘70 e di conseguenza abbiamo optato per un carattere musicale legato al periodo. Quindi il “poliziottesco” all’italiana con spunti funky con un’ironia di fondo, unisoni di basso e chitarra intervallati da interventi di fiati, su una ritmica di batteria e percussioni, seguono le vicende dei nostri protagonisti. Ma c'è una parte distopica nel racconto che invece è sottolineata da sonorità più moderne, sintetizzatori e suoni percussivi più elettronici che sottolineano qualcosa che per fortuna non si è mai realizzato veramente, poiché i nostri eroi sono riusciti a sventare il pericolo. Non mancano però degli interventi emotivi, che definirei senza tempo, ma che accompagnano eventi che fanno battere il cuore, famiglie che si riuniscono, storie di amicizia o padri e figli che combattono fianco a fianco per gli stessi ideali. Alcuni brani più ironici accompagnano siparietti comici tra i nostri protagonisti, chitarre acustiche usate con batterie elettroniche e fiati, arrivando talvolta a interventi swing. Sono state realizzate per la serie anche alcune canzoni che invece hanno preso dagli anni ‘70 la parte più rock. Elementi Flower Power delle comunità hippie di quegli anni per legarci alla comunità dei ragazzi con cui

i nostri eroi vivono le loro avventure. E quindi chitarre elettriche mischiate ai sitar su groove di basso e batteria molto ritmati. Nel complesso ci siamo molto divertiti musicalmente. Spero che il nostro divertimento arrivi al pubblico.

COSTUMI (ALBERTO MORETTI, COSTUMISTA)

I costumi di Non Ci Resta Che Il Crimine - La Serie hanno rappresentato una grande sfida dal punto di vista creativo.

Si trattava infatti di delineare un percorso, quello dei nostri quattro protagonisti, che si svolgeva in tre differenti epoche - il presente, il 1970 e il presente/futuro distopico - cercando di mantenere coerente l’immagine dei nostri eroi.

All’immagine forte e un po’ strafottente di Moreno, che negli anni ‘70 vestirà di frange e pelle, si contrappone quella del nostro serioso commercialista Giuseppe, che ritroveremo nel passato vestito con fantasie nei toni del ruggine e del verde.

“L’intellettuale” Claudio ben si calerà negli abiti borghesi del 1970 mantenendo il suo aplomb.

Il geniale Gianfranco sarà questa volta tecnologico nel distopico ed etnico nel ’70.

Duccio rappresenterà la creatività e la voglia di osare della moda degli anni ’70, così come tutti i partecipanti degli happening che lui stesso organizza nella sua dimora e che vedono mischiarsi intellettuali, artisti, aristocratici e fricchettoni in un tripudio di colori, mentre la società sarà travolta dagli scontri tra operai e movimenti della destra.

Il futuro distopico non ammette fantasia e creatività nelle severe divise e completi neri, che creano inquietanti silhouettes.

LOCATION (SIMONETTA CIANNI, LOCATION MANAGER)

La selezione delle location per gli anni '70, l'epoca in cui si svolge parte della storia, è stata cruciale nella produzione. L'obiettivo principale era trovare luoghi autentici, disordinati e ricchi di carattere per immergere gli spettatori nel passato.

Tra le location più significative ci sono la base studentesca dei rivoltosi e le aule universitarie. Dovevano trasmettere il senso di polvere e disordine del passato, ma anche l'energia dei giovani studenti ribelli. Grazie alla cura nella scenografia e nella scelta degli arredi, abbiamo creato l'ambientazione perfetta

per catturare lo spirito dell'epoca. Anche il ritrovo dei giovani studenti in un appartamento storico del 1800 in Via della Scrofa, nel cuore di Roma, ha catturato il fermento e la bellezza dell'epoca.

Ma una delle location più suggestive è stata la sede della Novra nel Bunker Soratte, con gallerie scavate nel Monte Soratte. Questo bunker fu usato come sede del "Comando Supremo del Sud" delle forze tedesche in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale e le sue gallerie resistettero ai bombardamenti del 12 maggio 1944, conferendo alla sede Novra un'aura di segretezza e solidità perfetta per la trama della serie.

Gli esterni sono stati girati in contesti urbani come Piazza Mazzini, che ha offerto l'atmosfera classica e tumultuosa dell'epoca, o il quartiere Eur, scelto per le sue linee razionalistiche e minimalistiche, ideali per le scene distopiche e per enfatizzare il lato futuristicamente retrò della serie.

In conclusione, la scelta delle location e lo scouting hanno svolto un ruolo fondamentale nel portare gli anni '70 ed un futuro distopico sullo schermo, permettendo agli spettatori di immergersi completamente nel mondo della serie.

VFX (LUCA AULETTA, VFX SUPERVISOR/PRODUCER MARIO BALUCI, VFX SUPERVISOR)

Non Ci Resta Che Il Crimine – La Serie è stata dal primo momento una sfida stilistica, prima che tecnica. Sin dal primo incontro con i registi era chiaro che l’approccio che con i visual effects avremmo avuto sulla serie sarebbe stato quello di essere il più creativi possibile su tutto l’arco narrativo, e rendere quanto più visibilmente accattivanti i passaggi attraverso il tempo. Sono state impiegate diverse

settimane di ricerca e sviluppo sui portali e la loro resa per trovare il giusto compromesso tra fantascienza e realtà. Una delle sequenze più impegnative è stata quella della “Tana”. Il famoso calcio di rigore, riprodotto in ambiente VR simil-videogioco, è stato oggetto di numerose prove di stile e d’animazione, fino ad ottenere un impianto visivo che collimasse pienamente con la visione dei registi.

Il 1970 è un periodo storico visivamente molto ricco ed il team dei visual effects è stato chiamato a “ripulirlo” da tutti quegli elementi di distrazione che all’epoca non erano presenti.

SCENOGRAFIA (VALERIO GIRASOLE, SCENOGRAFO)

Come scenografo della serie sono estremamente felice di aver preso parte a questo progetto, divertente e stimolante. Non posso che giudicarlo così, d'altronde un viaggio nel tempo riempie la testa di immagini, colori, oggetti, sensazioni, suggestioni e fantasie che ubriacano di emozioni.

Le indicazioni dei registi sono state sin da subito chiare e dettagliate ed insieme al direttore della fotografia e al costumista si sono fatte scelte che raccontassero ambientazioni ed atmosfere differenti secondo il periodo storico affrontato.

Gli anni '70, quelli del fermento culturale, della protesta, del "vogliamo tutto", della politica vissuta con passione e fermezza hanno comportato una ricerca d'archivio di immagini e video, riguardanti soprattutto la contestazione studentesca dell'epoca, passando per i salotti culturali e la lotta operaia. Ho pensato che più sarebbero stati credibili gli ambienti e le atmosfere ricreati, maggiore sarebbe stato l'effetto "pesce fuor d'acqua" dei nostri protagonisti proiettati in quel contesto.

Il presente è la parte del racconto che fa da anello di congiunzione tra passato e futuro e come tale si è cercato di rappresentarlo nel modo più neutro e aderente al nostro normale vivere quotidiano.

Il futuro, in quanto distopico, ha riservato invece spunti di estrema libertà espressiva. Riferimenti del passato applicati ad una visione futuristica della società: un mix unico che ti può far dire " ma sì perché no, potrebbe essere così!". Oggetti del passato proiettati e riadattati per essere utilizzati nel futuro, laser che disegnando forme e simbologie del potere sostituiscono stendardi e bandiere del passato, quartieri ed edifici che estrapolati dalle contaminazioni dell'attuale tessuto urbano della città diventano loro stessi racconto. Utilizzare e adattare, ad esempio, come location per la casa futuristica di Gianfranco, una meravigliosa casa sperimentale costruita alla fine degli anni '60, immaginandola come modulo abitativo del futuro, è stata una scommessa che sono felice di aver vinto. L'architettura, d'altronde, da sempre racconta e descrive la storia, l'uomo e i cambiamenti della società. Per me è un punto cardine che ho cercato di mantenere anche in questo progetto.

CAST ARTISTICO

Moreno MARCO GIALLINI

Giuseppe GIAN MARCO TOGNAZZI

Claudio GIAMPAOLO MORELLI

Gianfranco MASSIMILIANO BRUNO

Duccio Casati MAURIZIO LASTRICO

e con

Linda Valori GRACE AMBROSE

Sergio Brana KABIR TAVANI

Matilde SARA BACCARINI

Marisa LILIANA FIORELLI

Daniela Colagi DANIELA VIRGILIO

Nunzio Petrucci CLAUDIO CORINALDESI

CAST TECNICO

Regia MASSIMILIANO BRUNO

ALESSIO MARIA FEDERICI

Soggetto di serie MASSIMILIANO BRUNO

ANDREA BASSI

GIANLUCA BERNARDINI

Soggetti di puntata e sceneggiature MASSIMILIANO BRUNO

ANDREA BASSI

GIANLUCA BERNARDINI

HERBERT SIMONE PARAGNANI

Head-writer MASSIMILIANO BRUNO

Fotografia MARCO PIERONI

Montaggio LUCIANA PANDOLFELLI

Musiche originali MAURIZIO FILARDO

Scenografia VALERIO GIRASOLE

Costumi ALBERTO MORETTI

Suono di presa diretta ANTONGIORGIO SABIA

Casting FLAVIA POERIO (u.i.c.d.)

Organizzatore generale EZIO ORITA

Produttore delegato Sky GIACOMO TAGGI

Responsabile editoriale Sky EMANUELE MARCHESI

Produttore esecutivo IIF GIULIO STEVE

Produttori esecutivi Sky NILS HARTMANN

SONIA ROVAI

ERICA NEGRI

Prodotto da FULVIO, FEDERICA e PAOLA LUCISANO

Una produzione SKY STUDIOS e ITALIAN INTERNATIONAL FILM

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