L'attore, che nella serie biopic su Rocco Siffredi interpreta il pornodivo, ha girato più di 50 scene spinte in quasi 100 giorni di riprese vincendo con il dialogo imbarazzi e fraintendimenti tra colleghi
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Oltre 50 scene spinte in quasi 100 giorni di riprese. Alessandro Borghi, protagonista di Supersex, ha svelato in una puntata del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli alcuni dettagli sulla serie biopic su Rocco Siffredi in arrivo su Netflix il prossimo autunno. Secondo l’attore, la riuscita delle scene intime richiede innanzitutto “di essere fortunati e incontrare colleghi che hanno la stessa gestione e idee di certe cose” per scongiurare sul set il rischio che “una cosa che tu metti in scena potrebbe essere fraintesa come un qualcosa che vuoi tu persona e non che fa il personaggio”. Lo strumento più efficace per distinguere tra realtà e finzione resta il dialogo: “Per scappare da quello ci parlo prima. Quindi o dici “io ci sto a provà e mi piaci anche nella vita”, oppure dici “tutto quello che farò non sono io, ma il personaggio, e lo fa a favore del racconto: non sentirti minacciato o infastidito”. Così capisci fino a dove ti puoi spingere a favore del racconto. Direi che è una cosa delicata, ma che dopo aver parlato diventa più semplice. Il tipo di affinità anche da quel punto di vista è alla base di tutto”.
ALLA SCOPERTA DI ROCCO SIFFREDI
Il protagonista de Le otto montagne ha accettato il progetto, scritto da Francesca Manieri e diretto da Matteo Rovere, Francesco Carrozzini e Francesca Mazzoleni, perché “non sono un bigotto, mi piaceva la cosa". Il lavoro, che nel cast schiera tra gli altri anche Jasmine Trinca e Adriano Giannini, “è stato abbastanza difficile, ma è stato molto bello. Un viaggio nella vita di Rocco, che è diventato un amico” così come la moglie Rosa, ha raccontato Borghi, che ha scoperto lati inediti del pornodivo. “Loro mi hanno aperto le porte. Mi ha detto molto più di quello che immaginavo. L’idea che avevo di lui non c’entrava nulla con la sua essenza reale”. A tutti i curiosi che gli domandano perché ha accettato di interpretare Siffredi, Borghi rammenta il personaggio criminale interpretato in Suburra e risponde: "Ma perché nessuno mi ha chiesto come mai ho accettato di fare Aureliano, che era uno che sparava a tutti?”.