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"Una semplice domanda", l'intervista ad Alessandro Cattelan sul nuovo docu-show. VIDEO

Serie TV

Federica Pirchio

Sottotitolo: Come si fa a essere felici?! Abbiamo incontrato il conduttore televisivo in occasione dell’uscita del suo nuovo progetto. Sei episodi, di cui Cattelan è autore e protagonista. In arrivo il 18 marzo su Netflix, disponibile anche su Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick

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La leggerezza è la sua cifra, 41 anni di età, marito e padre, una carriera ventennale, istrionico, talentuoso, Alessandro lo conosciamo bene a Sky, lui è stato per 10 anni il conduttore di X Factor. Lo incontriamo via web collegato dal suo coloratissimo studio per parlare del suo nuovo lavoro che ha come tema centrale la ricerca della felicità. “L’innesco di questa serie ha due versioni, vere entrambe, è una cosa che avevo in mente da 12 anni. Dopo aver fatto Lazarus a Mtv con Francesco Mandelli, avevo trovato un libro che si chiama “La geografia della felicità”, un libro che cerca di capire se ci siano posti nel mondo in cui effettivamente sia più facile essere felici che in altri, con l’intento magari di ribaltare quello che di solito si pensa”, ci dice Alessandro e continua: “ Cioè che su una spiaggia in Costa Rica si sia più felici che in Siberia e in questo libro si capisce che non è proprio così, perché la felicità si può trovare in tante cose. Avevo proposto a Mandelli di partire per fare un capitolo due di Lazarus incentrato sulla felicità, poi MTV purtroppo ha chiuso e questo progetto è rimasto nel cassetto. Un paio di anni fa mia figlia Nina, d’estate mentre guardavamo le stelle in attesa di una cadente per esprimere un desiderio, mi ha chiesto quale fosse il mio desiderio.  Le ho risposto che il mio desiderio più grande era che fosse felice, senza rendermi conto della responsabilità che tu metti sulle spalle di una persona, soprattutto se è un bambino piccolo, dicendogli che il tuo più grande desiderio è la sua felicità. E quindi lei mi ha chiesto, come si fa? Io non ho trovato niente di intelligente da dire, le ho detto quelle cose che si dicono sempre come: “cerca la tua strada, cerca di fare del bene, cerca di impegnarti in quello che fai, insomma tutte quelle cose che sono belle da sentir dire ma poi sono molto difficili da mettere in pratica…E quindi visto che sapevo di averle dato una risposta un po’ fuffa, mi sono chiesto come mai non mi era venuto in mente niente di più sincero forse, di più interessante e allora ho usato quello spunto per far partire questa avventura”. Gli chiediamo se adesso ha trovato la risposta giusta: “No perché la felicità è la cosa più personale che esista”. Ci risponde: “Chiunque provi a darvi una chiave, un piccolo regolamento, una guida da seguire per raggiungere la felicità, in qualche modo vi sta prendendo in giro”.

Gli ospiti

Un viaggio che Alessandro intraprende con e grazie a, tra gli altri, Roberto Baggio, Geppi Cucciari, Elio, Francesco Mandelli, Paolo Sorrentino e Gianluca Vialli, il filo rosso che unisce tutte queste persone, ci spiega Alessandro, è che:” Ognuno di loro ha trovato un proprio mondo, un mondo unico, personale all’interno del quale vivono. Questa cosa è interessante perché abbiamo avuto l’opportunità di dare un piccolo sguardo in quel mondo e provare a immaginare il percorso che li ha portati a trovare la loro pace”.

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Un lavoro che è un privilegio

 

Alessandro schietto come al suo solito, ci parla sì della complessità e delle difficoltà di una produzione come questa ma non dimentica mai il divertimento che ci dice essere una componente fissa del suo team: “ Il nostro è un lavoro che è un privilegio e quando uno ha un privilegio è giusto che lo rispetti cercando di trarre il meglio, il fatto che quando andiamo in giro si facciano cose, che bene o male, interessano un po' tutti, che coinvolgano un po' tutti, che tengano un spirito di lavoro bello, abbiamo sempre lavorato in un ottimo clima, la parte del divertimento è una delle caratteristiche fondamentali della preparazione di quello che facciamo. Ho anche capito delle cose su me stesso, aggiunge, ma è tutto in divenire. In questo programma ci sono domande che sono anni che mi pongo e che continuerò a pormi perché una risposta definitiva è difficile averla. Siamo fatti di momenti. Però è stato stimolante anche da questo punto di vista. Credo che sarà stimolante anche per il pubblico, per farsi delle domande, per cercare delle risposte, spesso temporanee ma è giusto che sia così”. Si parla di mondi, di ricerca della felicità, di persone,  la serie è in uscita mentre in Ucraina si combatte per la vita e la libertà. Cattelan ci tiene a sottolineare che "Una semplice domanda" è intrattenimento, un mondo lontano da quello che stiamo vivendo. Per quanto riguarda le sue figlie, la più piccola non ne vuole parlare, ne è giustamente spaventata mentre la più grande è  interessata e papà Alessandro cerca di accompagnarla nella comprensione, come può…

 

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