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The Outsider, la recensione del terzo e del quarto episodio

Serie TV

Linda Avolio

Leggi la recensione del terzo e del quarto episodio di The Outsider, in onda ogni lunedì alle 21.15 su Sky Atlantic. - The Outsider, scopri tutto nello speciale sulla serie

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The Outsider, episodio 3

Il terzo episodio segna finalmente l’entrata in scena di Cynthia Erivo (recentemente candidata agli Oscar per la sua performance nel film Harriet) e della sua Holly Gibney, un personaggio che di sicuro non avrà deluso né gli spettatori della serie né i fan del maestro King. Holly, chiamata in azione da Howard Salomon su consiglio del suo stesso investigatore privato, Alec Pelly (il sempre ottimo Jeremy Bobb, già apprezzato in The Knick, Manhunt: Unabomber, Mosaic, Escape at Dannemora, Russian Doll, Jessica Jones), è decisamente particolare: un po’ superstiziosa, un po’ “savant,” un po’ geniale e sicuramente da qualche parte nella scala dei disturbi dello spettro autistico è senza dubbio la persona giusta per un’indagine così assurda.

Erivo, interprete accorta e capace, ci restituisce un personaggio a tutto tondo con cui si riesce a entrare in sintonia nonostante le sue particolarità. A questo proposito, c’è da fare una considerazione sul cast di The Outsider. In questo ensemble di interpreti senza dubbio già noti agli amanti della serialità televisiva di matrice statunitense manca il nome “di punta,” non c’è una star hollywoodiana conosciuta in tutto il globo, eppure ci troviamo di fronte a degli attori di altissimo livello. E va benissimo così, perché in questo modo si guarda ai personaggi, e non a chi presta loro volto e corpo.

Ma torniamo a Holly. A causa delle sue particolarità, la nostra si è trovata praticamente obbligata a lavorare come freelance. Da come ci viene presentata capiamo subito che si tratta di una persona estremamente capace nel proprio lavoro, ma che in passato deve aver affrontato parecchi travagli emotivi. E infatti è proprio così, ed è per questo motivo che Ralph, senza comunque sapere perché, si sente stranamente in sintonia con lei, che non potrebbe essere più diversa da lui. Ad ogni modo, sulle sue spalle, piccole ma evidentemente robuste, grave un peso non da poco: riuscirà a scagionare Terry e a scoprire cos’è veramente successo?

Agli spettatori viene fatto chiaramente intendere che il personaggio di Erivo riuscirà a trovare la quadra di questa surreale situazione, ma intanto resta il fatto che le prove fisiche a carico di Maitland peggiorano la sua situazione di ora in ora. Il ritrovamento dei vestiti nel fienile, per esempio, non gioca per niente a suo favore. Ma cos’è quella sostanza di cui gli abiti sono impregnati? La scienza forense non sembra avere risposte in merito. Strano, molto strano. Altrettanto strana è la questione delle impronte digitali deteriorate sulla fibbia della cintura: come può esserci stato un “Terry anziano?”

Carichissima di tensione la sequenza in cui la piccola Jessa decide di raccontare al detective Anderson cosa le ha detto il misterioso uomo con la faccia “che si sta sciogliendo,” e a dir poco inquietante la scena in cui l’iracondo Jack Hoskins, giunto al fienile quando ormai tutti i colleghi se ne sono andati, viene attaccato da qualcuno o qualcosa di decisamente indefinibile. Lo stesso qualcuno o qualcosa che lo tiene in pugno causandogli delle gravi bruciature sulla parte posteriore del collo. E’ evidente che la brutale morte di Frankie Peterson ha ben poco di ordinario e molto di sovrannaturale.

Il mistero alla base di questa storia è ancora ben lontano dall’avere una spiegazione, ma va bene così. Di carne al fuoco ce n’è tanta, e mancano ancora sette episodi alla fine. Per adesso è importante continuare a scavare dentro e attorno ai personaggi. Per esempio, la scena in cui un decisamente riluttante Ralph va al primo incontro col terapeuta che gli è stato assegnato ci dice molto sul suo carattere, sulla sua ferita interiore e sulle motivazioni che lo spingono ad agire.

Ottima la scelta di far condurre a Jeannie “l’interrogatorio” a Jessa: il personaggio di Mare Winningham infatti non è solo la moglie del detective Anderson, ma ha un suo ruolo ben preciso all’interno di questa storia, come avremo modo di vedere. Sempre ottima la Glory di Julianne Nicholson, una donna completamente distrutta, ma che allo stesso tempo è costretta a farsi forza per le figlie. La moglie di Terry è, giustamente, nella fase della rabbia, ma è anche intenzionata a ripulire il nome del marito, che non può aver commesso una simile brutalità. Decisamente toccante il momento in cui Jeannie e Glory si ritrovano ad aprirsi l’una con l’altra, con la seconda che chiede alla prima come si possa convivere con un dolore così grande e con la prima che, candidamente, ammette che è impossibile superare completamente certi traumi.

Ci sono poi alcune scene apparentemente slegate da tutto il resto, ma ovviamente non è così. Ci riferiamo alle parti della narrazione ambientate dentro un carcere. Chi è il misterioso detenuto che, onde evitare di finire ucciso, decide di togliersi la vita tagliandosi la gola con una lente dei propri occhiali accuratamente affilata? Soprattutto, cosa sta succedendo?? Dalle prime indagini di Holly scopriamo che l’uomo in questione è, in teoria, Heath Hofstadter, l’assassino di due sorelle. E che anche lui sembra finito nel mirino della strana entità che ora controlla Jack.

Dalle ricerche di Holly (che nel frattempo trova un prezioso alleato nella figura dell’ex detective Andy Katcavage, interpretato dal Derek Cecil di House of Cards) scopriamo che Heath lavorava nella casa di riposo dove è ospite il padre di Terry. E a quanto pare è stato proprio lui a causare il taglio sulla mano del personaggio di Bateman di cui parla Maya, la sorella maggiore di Jessa. C’è dunque un collegamento tra quanto (presumibilmente) fatto da Hofstadter e quanto (presumibilmente) fatto da Maitland?

C’è poi un altro dettaglio degno di nota, il messaggio da parte dell’uomo col cappuccio che Jessa riferisce a Jeannie: le indagini devono fermarsi qui, altrimenti ci saranno delle letali conseguenze. E poi c’è il fatto che, in base a quanto detto dalla bambina, il misterioso individuo avrebbe la faccia del padre morto, ma non la sua normale faccia, bensì una faccia che sta pian piano svanendo, che si sta per l’appunto quasi sciogliendo. E’ solo una reazione al trauma, o c’è qualcosa di vero? Noi spettatori ormai sappiamo bene che l’opzione corretta è la seconda, ma Ralph e gli altri non hanno idea di cosa li attende.

Il terzo capitolo di The Outsider non segna grandi passi in avanti per quanto riguarda la trama, ma in compenso introduce un nuovo personaggio, quello di Cynthia Erivo per l’appunto, che sarà a dir poco fondamentale, e fa anche un bel salto nel territorio dell’ignoto e del soprannaturale. Il Male sta cominciando a farsi strada, e sembra non avere intenzione di fermarsi.

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The Outsider, le foto più belle di Cynthia Erivo, che nella serie è Holly Gibney. FOTO

The Outsider, episodio 4

Il quarto capitolo di The Outsider si concentra prevalentemente sulle indagini di Holly Gibney e sulle prime, destabilizzanti, scoperte dell’investigatrice privata a cui Ralph e compagni hanno deciso di chiedere aiuto nel tentativo di scoprire la verità riguardo l’omicidio del giovane Peterson e, soprattutto, nella speranza di scagionare definitivamente Terry Maitland. Ma andiamo con ordine.

L’episodio si apre con un uomo (Heath Hofstadter) e una donna che fanno colazione insieme. Cosa c’entra tutto questo con quanto accaduto a Cherokee City? Parecchio, come scopriremo più avanti. Dopo una breve telefonata di aggiornamento a Ralph, Holly si rimette prontamente al lavoro, e dopo essersi presa una bella spruzzata di spray al peperoncino riesce comunque a convincere una collega di Hofstadter a parlare con lei. E’ proprio la donna a rivelare che Heath, nonostante si fosse preso una settimana di vacanza, era comunque in servizio il giorno in cui Terry venne a visitare suo padre. E, a quanto pare, fu proprio il presunto killer delle due sorelle a graffiare in corridoio il presunto killer di Frankie Peterson.

“You can’t catch murder!” (ndr, traducibile più o meno come “Non puoi beccarti l’omicidio come se fosse una malattia!”) dice la barista dell’hotel in cui risiede Holly, eppure i fatti sembrano suggerire il contrario... Ad ogni modo, secondo la madre di Heath – morta suicida dopo la dipartita per overdose del fratello minore dell’indagato, e di nuovo troviamo una scia infinita di dolore –, quel maledetto giorno suo figlio è stato sempre con lei…dunque com’è possibile che fosse da un’altra parte e che abbia ucciso due persone? Di nuovo: com’è possibile che qualcuno sia in due posti contemporaneamente?

Mentre Ralph, con l’aiuto di Yunis, si mette ad analizzare i filmati delle telecamere a circuito chiuso della notte del presunto arrivo di Terry – dopo la telefonata di Holly sta cercando di capire se Maitland, o chi per lui, abbia potuto graffiare Claude Bolton, o forse c'è semplicemente qualcosa che non gli torna? - , Glory si ritrova a cacciare di casa in malo modo (giustamente!) una reporter che finge di essere una tata solo per carpire qualche gossip. Non va meglio la sera, al ristorante insieme a Howard, quando viene additata come “la moglie del mostro.”

Nel frattempo, Holly riesce a parlare con Peter Maitland, il padre di Terry, che però ha seri problemi di memoria. Eppure una frase pronunciata dall’uomo in riferimento a Heath, il suo infermiere, la mette sull’attenti: ”It wasn’t him, you know…” cioè “non era lui.” E’ dopo una chiacchierata molto informale con l’ex detective Andy Katcavege che la nostra scopre quanto successo alla famiglia Hofstadter. Ed è grazie a quel “You can’t catch murder!” che nella instancabile testa di Holly si accende una lampadina: e se dietro a tutto questo invece ci fosse proprio un collegamento del genere? Qualcosa che si diffonde come una malattia infettiva? E’ invece dall’infermiera Angela, la collega di Heath, che veniamo a sapere del viaggio a New York del ragazzo. Ma cos’è successo a New York in quei giorni? Un bambino è stato ucciso brutalmente. Da una donna, una certa Maria Canales, che è attualmente in carcere in attesa di processo ma che dice che, al momento dell’omicidio, si trovava da tutt’altra parte.

Holly ovviamente si reca subito a Rikers Island per parlare con Maria. Le mostra due foto di Heath, ma lei dice di non aver mai visto quell’uomo in vita sua, tra l’altro gli uomini neanche la interessano, dunque perché mai dovrebbe ricordarsi di lui. In un flashback, però, abbiamo visto qualcuno che sembrava proprio Maria fare colazione con Heath. E in un altro flashback vediamo i due fare sesso. E vediamo lei graffiare lui sulla schiena. Infine, durante il racconto della stessa carcerata, vediamo il padre del ragazzino uccidere a sangue freddo lo zio e il fratello di lei. Di nuovo, sangue chiama sangue, dolore chiama dolore. Di nuovo torna il discorso sui doppelganger.

Mentre Holly ha un’interessante conversazione con una donna che ha origliato la discussione tra lei e Maria, Jack, con una ferita sul collo che continua a peggiorare, compra una serie di cose in un “mercatone” e lascia il tutto – con in più qualche carcassa di cervo – nel bosco. Chi o cosa gli ha ordinato di farlo? Ma torniamo a Holly, che a questo punto è convinta anche dell’innocenza di Maria e che viene a sapere dalla donna di cui sopra dell’esistenza di una fantomatica entità chiamata El Coco, un “uomo nero” che si nutre del dolore altrui. E’ solo folklore, o c’è un fondo di verità? A quanto pare, questa incarnazione del male può prendere le sembianze di una persona (per non molto tempo, però, o quantomeno così parrebbe) e andarsene in giro a diffondere morte e sofferenza…

Nel frattempo, Merlin, il ragazzino che aveva rubato il furgone in cui poi è stato commesso l’omicidio di Frankie Peterson, si rifà vivo con Ralph. Era troppo spaventato per parlare, ma ora vuole raccontare tutto. C’era un uomo col cappuccio in quel parcheggio. Un uomo che, come vedremo dal suo disegno, ha una faccia strana…come se si stesse sciogliendo… E’ ormai chiaro – quantomeno agli spettatori e a Holly, perché Ralph è il ritratto dello scetticismo in questo senso – che bisognerà mettersi alla ricerca di qualcosa, e non più di qualcuno…ma cosa, di preciso?

In questo calderone di angoscia, la scena dell’incontro tra Holly e Andy è una piccola boccata di tenerezza e di speranza, e Cynthia Erivo, casomai ce ne fosse stato bisogno, ci ha dato nuovamente prova della sua bravura. Ma dove si era nascosta finora?? Tornando seri, The Outsider si conferma una serie in grado di mescolare sapientemente i generi horror e procedurale in maniera equilibrata e avvincente. Un adattamento che, siamo sicuri, sta piacendo anche ai fan italiani di King.