Caterina la Grande, la recensione del quarto episodio, il finale

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Gran finale per Caterina la Grande: leggi la recensione del quarto e ultimo episodio della miniserie con Helen Mirren e Jason clarke.

Caterina la Grande, cosa succede nell'ultimo episodio

La guerra contro gli ottomani

L'ultimo episodio, il quarto, di Caterina la Grande si apre con l'arrivo a corte di Platon Alexandrovich Zubov, un giovane e aitante ufficiale che diventerà l'ultimo dei favoriti della sovrana. Nel cuore di Caterina, però, c'è spazio per un solo uomo, e quell'uomo, come ci viene ricordato più e più volte, è ovviamente Grigory Potemkin, la sua anima gemella. Certo, tra i due le discussioni non mancano, per esempio in occasione della dichiarazione di guerra da parte degli ottomani, furenti dopo la presa della Crimea. Potemkin è pronto ad andare nuovamente in battaglia, ma Caterina non vuole mandarlo da solo, non ha più l'età per farlo. Alexei Orlov, però, si rifiuta di farsi dare ordini dall'odiato Grigory, così addirittura si dimette e si mette a tramare col principe Paolo.

Tra un'offesa e una promessa di fedeltà, alla fine Potemkin parte. L'assedio di Očakov (che oggi si trova in territorio ucraino) dura molto più del previsto, e qualcuno - Paolo e Orlov, che per l'occasione usano Zubov - tenta di mettere nella testa di Caterina il tarlo del dubbio. La vittoria schiacciante dell'esercito russo, però, ribalta la situazione: Potemkin è ancora dalla sua parte. Ma il problema è che Grigory è diventato sempre più potente, addirittura la folla lo acclama al suo ritorno a San Pietroburgo. Non è facile mantenere il giusto equilibrio, e la loro relazione ne risente.

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Gli screzi con l'Europa

La vittoria contro gli ottomani scatena immediiatamente le reazioni degli altri grandi regni europei, primi tra tutti la Gran Bretagna e la Germania. Caterina vorrebbe subito passare alle armi: il potere, prima di tutto, è messa in scena del potere stesso, e ciò avviene in special modo sul campo militare. Potemkin, però, riesce a farla ragionare, e la convince a inviarlo a negoziare un trattato di pace e di non belligeranza, quantomeno un trattato temporaneo. Con Grigory nuovamente lontano, l'imperatrice si riavvicina a Zobov, che ne approfitta e si gode il potere conferitogli dalla sua posizione di favorito. Di nuovo vediamo Matushka e Grishenka discutere più che animatamente, ma ormai entrambi non sono più ragazzini: va bene infiammarsi per qualche secondo, ma bisogna stare attenti a non bruciare del tutto. Caterina non lo sa, ma quello sarà il suo ultimo addio all'amato Potemkin.

Un amore senza fine

Di ritorno dai negoziati, Potemkin crolla a terra e muore. Prima, però, scrive un'ultima lettera alla sua anima gemella, una lettera piena di malinconia e sentimento. Un addio che segna la fine di un'epoca. Per Caterina è un colpo durissimo. Da lì in avanti, sola e sempre più vecchia, comincerà ad abbandonare le sue idee illuminate, e a sfociare nel dispotismo, arrivando addirittura a bruciare i libri che contengono giudizi contro di lei e i volumi dell'illuminismo francesce, tra cui quelli dell'un tempo amato Voltaire. Negli ultimi minuti dell'episodio, però, in flashback la rivediamo più giovane e innamorata, di nuovo insieme al suo Grigory...sposato in gran segreto. La donna più potente di tutta la Russia, la donna che aveva giurato di non risposarsi mai più per non correre il rischio di dover condividere il potere con un un uomo, alla fine è convolata a nozze. Per amore, questa volta, solo per amore.

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Eredi traditori

Nell'episodio, Caterina fa firmare al giovanissimo Alexander, il nipote, una lettera in cui viene dichiarato che sarà lui il suo successore, non Paolo, figlio di un uomo mai amato e mai stimato (Pietro III). Paolo, che ha sempre provato un forte risentimento nei confronti della madre, riesce però ad agguantare il potere solo grazie alla moglie, che gli fa sapere dell'esistenza di quel documento compromettente. Strappata la lettera con la madre ancora viva ma ormai sul punto di spegnersi a causa di un infarto o di un ictus, Paolo finalmente ha ciò che ha sempre desiderato: il trono di Russia. Dopo aver reso omaggio al padre, che viene ri-seppellitto insieme alla sua corona, un evidente gesto di dissenso rispetto alla presa del potere da parte della madre, Paolo, come prima cosa, fa emanare una legge che vieta alle figlie femmine e alle reali consorti di regnare: da lì in avanti ci saranno solo imperatori, mai più imperatrici. Ma non è tutto: dovrà essere cancellata ogni traccia dell'esistenza dell'odiato Potemkin. La Storia, però, nei confronti di Grigory è stata molto più magnanima di Paolo I, che invece verrà ricordato come un sovrano e un leader mediocre, a differenza della madre.

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